Sorrento festeggia i cent'anni di Giuseppe Milano

Una vita dedicata al lavoro

Centenario
Centenario
di Antonino Siniscalchi
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 23:10 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 10:55
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Il traguardo di una tappa, ma il giro di vita è ancora lungo. Due i festeggiamenti, uno ieri presso il Soggiorno Sant'Antonio e oggi presso il Circolo bocciofilo del borgo natale, «Santa Maria di Cesarano», con la partecipazione del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola. Cent’anni di vita e di storia per Giuseppe Milano, nato nel borgo sorrentino “Palomba”, frazione Cesarano il 24 Gennaio del 1924. Giuseppe, primogenito di otto figli, di Luigi e Anna, tutti nati tra il 1924 e il 1940 (attualmente in vita, insieme a lui, le ultime due sorelle Rosa e Carmela), sposa nel gennaio 1951, Luisa Pontecorvo, originaria di Piano di Sorrento, orfana dei genitori.

Una vita di lavoro, quella di Giuseppe Milano, frequenta fino alla terza elementare, a 10 anni, collabora alla conduzione del fondo di Via Palomba, approfondendo, nell’arco della sua adolescenza e gioventù, le conoscenze e le competenze necessarie per la coltivazione degli agrumi e alla valorizzazione del marchio di famiglia per l’esportazione degli agrumi in Nord Europa con spedizione degli stessi agrumi, con i piroscafi, sia dalla rada di Sorrento e dal porto di Castellamare di Stabia; si specializza nelle operazioni di dirado e taglio dei boschi cedui di Castagno delle frazioni collinari della Penisola Sorrentina, materiale indispensabile , prima per la costruzione dei famosi pergolati sorrentini, e poi delle “pagliarelle”.

Durante l’epoca fascista (1939-1943), partecipa ai noti cantieri scuola del regime, nel 1942, diventa responsabile dell’alimentazione dei “Cisternoni Vespasiano), regolamentandone l’afflusso attraverso le sorgenti incanalate presso il rivolo di Cesarano; dopo aver partecipato alla basolatura dello stesso rivolo. Opera ancora in parte visibile ancora oggi.

Negli anni 1937-1943, partecipa, con I maestri cavatori di “tufo” e “piperno” Sorrentino, alla costruzione della “Rettoria di Cesarano”, ad opera degli abitanti del rione, per mantenere vivo il diritto feudale di Rettoria (Chiesa o luogo di culto di esclusiva proprietà del Popolo). Nel 1944, non ostante il papà fosse impegnato nella contro aerea del Golfo di Napoli, viene avviato alle armi in Marina Militare; arruolato e imbarcato sull’incrociatore pesante “Duca degli Abbruzzi”, partecipò a poche operazioni belliche, l’incrociatore, oltre ad essere utilizzato nel rimpatrio dei prigionieri italiani, dall’Africa settentrionale, condusse, il 28 dicembre del 1947, esattamente il giorno dopo in cui venne promulgata la  costituzione repubblicana, ad accompagnare l’ultimo Re d’Italia “Vittorio Emanuele III, in esilio ad Alessandria d’Egitto. Nella fervida memoria di Giuseppe, quale membro dell’equipaggio dell’incrociatore “Duca degli Abbruzzi; è molto vivo nei suoi ricordi, l’incontro personale che ebbe con il Re, nella terza notte di navigazione, e si emoziona ancora oggi nel ricordare che lui, in occasione del “Referendum” aveva votato per la monarchia. Negli anni successive al congedo dalla “Marina Militare”, ha attivamente collaborato alla conduzione del fondo di Via Palomba 9, rimane legatissimo alla sua contrada “Cesarano”, come un Senese alla sua contrada al “Palio”; è tra i fondatori dei circoli di paese, infatti, rimane responsabile per molti anni del “circolo” “Silvio Gava” di Cesarano.

Nel 1951, anno del suo matrimonio, riceve in dono, la facoltà di rinnovo del contratto di conduzione Agricola del fondo di “Villa Massa” nel comune di Piano di Sorrento, fondo condotto in prima persona fino all’anno 2018; in questi anni, oltre ad essere artefice dell’evoluzione della costruzione dei “pergolati sorrentini”, ha attivamente partecipato e vissuto la decadenza della commercializzazione dell’arancio Biondo Sorrentino; è stato tra I primi agricoltori, ad essere contrario all’espianto degli aranceti, favorendo le tecniche degli innesti di Limone “Femminiello di Sorrento” sugli alberi di arancio, nonché alla “slupatura” degli stessi; tali tecniche applicate al fondo di “Villa Massa”, convinse gli eredi detto fondo a fondare il Famoso marchio di “Limoncello” “Villa Massa”. Nel ventennio compreso tra gli anni 50 e 70, numerose sono state le sue partecipazioni ad iniziative in campo della conservazione del patrimonio genetico vegetale della penisola sorrentina, tra le quali la collaborazione con il Maestro giardiniere Ruoppo nella manutenzione del monumentale parco botanico del “Museo Correale di Terranova” e la raccolta della “sansa” (scarto solido, derivante dalla molitura delle olive), in tutta la penisola sorrentina, incluso l’isola di Capri.

Viene anche scelto e selezionato dai Cavalieri Piero e Raimondo D’Inzeo, quale stalliere di fiducia ne vari concorsi ippici Nazionali tenuti a Sorrento al Campo Italia fino alla fine degli anni 60. Nel 1971, anno del riassetto dei beni della Chiesa (Curia), è artefice principale, affinché, somme derivanti da vendite ed enfiteusi di beni appartenenti alla “Rettoria di Cesarano”, venissero utilizzati per la costruzione di spazi ricreativi ed aggreganti per gli abitanti del rione; nasce così il “Circolo Cattolico Santa Maria di Montevergine di Cesarano”, che con la sua bocciofila, ancora oggi, è vanto di questo sport in Campania.

Nel 1980, causa un incidente automobilistico, subisce il trauma di ritrovare il figlio secondogenito, Carlo agonizzante e in fin di vita poco distante dalla propria abitazione, ancora nel mese di febbraio del 1984, nonostante strenue cure, rimane vedovo della moglie Luisa Pontecorvo.

Decide di vivere questi traumi, scegliendo una vita solitaria, vissuta, per la maggior parte della giornata, principalmente, presso il fondo di “Villa Massa”, stemperando nel tempo e nella solitudine I suoi pensieri, ma soprattutto restando fedele ai suoi “credo”, ad esempio la “parola data”, e alla disponibilità verso gli altri (figli, perenti e amici), mantenendo la sua parsimonia nell’utilizzo del danaro.

Nel 2022, causa, sia acciacchi dell’età, sia impossibilità dei figli Luigi e Francesco a potergli offrire una assistenza giornaliera continua, si ritira nella “Casa Soggiorno di Sant’Antonio” in Sorrento; ritiro, in primis molto sofferto e avversato dal suo spirito “libero e indipendente”, ma poi accettato con serenità, quale soluzione migliore per trascorrere ancora una serena e lunga vecchiaia.

Ai figli, alle nuore ed ai nipoti tutti, felici e orgogliosi di questo traguardo da lui raggiunto, non resta che festeggiare insieme i suoi primi 100 Anni!

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