Finita sul banco degli imputati della magistratura contabile - più precisamente delle «Sezioni di controllo» della Corte dei Conti, quale Soggetto attuatore per il recupero di Bagnoli: in Invitalia non sembrano essere caduti dalle nuvole. Anzi. Non c'è e non ci sarà una replica diretta alla Corte dei Conti, anche perché una quota parte delle responsabilità va divisa con il commissario per il risanamento dei suoli Francesco Floro Flores, il quale la faccia già ce l'ha messa. Tuttavia, i corposi rilievi della Corte dei Conti sono severi. L'analisi della magistratura contabile che ha rilevato «criticità e ritardi» nella gestione della bonifica dell'area ex Italsider dove nel periodo di Invitalia - sostanzialmente gli ultimi 4 anni - sono piovuti 442 milioni, qualche scia di veleno la lascia. Così come più di un dubbio sull'infallibilità della struttura diretta da Domenico Arcuri, il supermanager di Invitalia ora alle prese con l'emergenza Covid, che ha altro a cui pensare. Così, quello che viene fuori dal palazzaccio romano a mo' di replica alla Corte dei Conti, sono le cose fatte e quelle che si stanno per fare. Tra queste la famigerata Conferenza dei servizi dove si decidono piano e progetti, convocata per il 9 dicembre. Quel giorno ci sarà un ulteriore timbro di validità su quei processi annunciati già da almeno un anno fa, come il piano di recupero urbano e il completamento della bonifica, che sembravano agilmente avviati verso la concretizzazione. E che invece si scopre essere ancora impaludati tra i veti incrociati della stessa Cabina di regia come sottolineato nella relazione della Corte dei Conti.
Da ambienti vicini a Invitalia viene fuori una noticina aggiornata ad ottobre, quindi due mesi fa.
Basta per tranquillizzare la magistratura contabile? Difficile dirlo anche perché nella relazione delle Sezioni di controllo i punti dolenti individuati sono almeno una decina. Le Sezioni di controllo chiedono che fine abbia fatto il Praru, il Piano di recupero urbano. «Sono stati individuati - si legge - tre filoni di sviluppo: quello turistico, che comprenderebbe la realizzazione di una spiaggia pubblica della lunghezza di 2 chilometri, un porto turistico dalla capienza di 900 posti barca e 2 alberghi a 4 o 5 stelle; quello dedicato alla ricerca e all'innovazione, che comprende i poli di ricerca della stazione scientifica Anton Dohrn e dell'Università Federico II; un polo commerciale con numerosi esercizi commerciali e dedicati alla ristorazione. Il Praru prevede, altresì, la realizzazione di un parco di circa 130 ettari dedicato allo sport, al recupero della balneabilità della baia e alla valorizzazione del borgo di Coroglio».