Campania zona arancione, la pioggia rovina la festa: negozi riaperti ma vuoti

Campania zona arancione, la pioggia rovina la festa: negozi riaperti ma vuoti
di Antonio Menna
Lunedì 7 Dicembre 2020, 09:00 - Ultimo agg. 13:26
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Quando si dice piovere sul bagnato. Primo giorno dell'attesa riapertura per molti negozi - soprattutto abbigliamento, scarpe e gioiellerie e a fare da padrone è il maltempo. Finisce la zona rossa, comincia l'allerta meteo arancione. Una pioggia incessante che per buona parte della giornata tiene le persone in casa e i commercianti nei negozi, a tentare di riempire i vuoti allestendo speranzose vetrine per il Natale, riposizionando i campionari, provando a riorganizzarsi. Ma è bastato un filo di tregua intorno a mezzogiorno per riportare le persone in strada, e un poco di ossigeno negli esercizi commerciali. Al Vomero, poco prima dell'ora di pranzo, Via Luca Giordano, ancora bagnata e battuta dal vento, ha cominciato a popolarsi. I bar aperti solo per l'asporto non hanno potuto rinverdire il rito dell'aperitivo ma un centinaio di persone non hanno rinunciato al primo struscio natalizio. «La gente timidamente si affaccia - dice Luigi, commesso di un negozio di abbigliamento -. Si vede che ha voglia di riprendere almeno qualche brandello di normalità. Entrano, si guardano intorno, comprano anche qualcosa. Ma non è ancora tempo di regali natalizi». «Si vende poco, si guarda molto - dice Michele, di un negozio di calzature e accessori -. Più che altro i clienti girano incuriositi. Magari si stanno ispirando per i regali. Noi speriamo in qualche giornata più clemente, di qui in avanti». 

 

All'ingresso dei negozi di abbigliamento, dispenser di gel sanificante e l'immancabile avviso per il distanziamento. Misurazione della febbre, a volte fai da te. E un controllo a vista per la capienza massima. «Nelle prime ore della giornata - dice Lucia, dalla cassa di una profumeria - siamo stati praticamente da soli. Ma a un certo punto si è vista un poco di gente. Diciamo che timidamente ci si rimette in moto. Non è certo un assalto ma temevamo il deserto. Si vede che le persone hanno voglia anche solo di passeggiare tra gli scaffali, come ai vecchi tempi». Gruppetti di giovanissimi, più disinvolti con le mascherine sul mento, e uno accanto all'altro, entrano nei due megastore di abbigliamento e scarpe. E dentro si vedono i primi capannelli di persone che toccano i capi, li misurano. Tutto avviene sotto una cappa di estrema cautela: bisogna riabituarsi almeno alla libertà di muoversi tra gli scaffali. In Via Scarlatti mancano soprattutto i bar, con i loro tavolini, che l'anno scorso, nella stessa prima domenica di dicembre, erano letteralmente presi d'assalto. Ma non manca una fila di clienti all'ingresso della Coin. Rigoroso il rispetto della capienza, lunga l'attesa. E all'ingresso, misurazione della febbre e sanificazione delle mani. Di fronte, il negozio Benetton non ha coda all'esterno ma alle casse si vede gente in attesa, con maglioni e camice da pagare. «Siamo felici di riprendere la nostra attività - dice una voce dal microfono - ma vi raccomandiamo di rispettare le regole su mascherina e distanziamento».

Non c'è nemmeno bisogno di dirlo, in verità. Tutti sono molto disciplinati e sembrano aver finalmente imparato a danzare col virus, in questo strano incedere tra i vestiti senza sfiorare mai un altro cliente.

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Anche in via Toledo, altra zona commerciale ricca di negozi di abbigliamento e scarpe quelli che hanno sostanzialmente beneficiato del passaggio dalla zona rossa a quella arancione è stata una giornata dai due volti. Pioggia incessante al mattino e al pomeriggio, ma una finestra di tregua verso l'ora di pranzo. In quell'intervallo hanno cominciato a passeggiare i primi clienti. Niente turisti, ovviamente, né gente che arrivava dalla provincia, come succedeva sempre. Ma residenti della zona che hanno approfittato per passeggiare. «Vendite quasi zero - dice dall'uscio del suo negozio, un commerciante di scarpe - Però la gente comincia ad affacciarsi, abbiamo allestito le vetrine. Diciamo che vogliamo essere fiduciosi per i prossimi giorni. Oggi facciamo la prova generale». Qualche piccola cosa si vede in alcuni negozi di gioielleria, che erano rimasti chiusi durante il periodo della zona rossa. «Da me sono venuti soprattutto per aggiusti e cambi - dice una commessa -, evidentemente erano rimasti sorpresi dalla chiusura. Si vende poco. Ma con questo tempo nemmeno ci aspettavamo chissà cosa. Speriamo di recuperare in queste settimane. Più che altro ci fa piacere aprire come segnale, per dire che esistiamo, che ci proviamo». Qualcuno approfitta della passeggiata per mangiare una pizzetta o un panino per strada, una sorta di pranzo fuori, in questa domenica surreale. Nei decumani, il vuoto fa impressione. La zona dei pastori di San Gregorio, la domenica prima dell'Immacolata, era già off limits. Ieri, invece, tra pioggia e paura, i curiosi sono stati così pochi da sembrare niente. 

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