«Il centro direzionale traino per Napoli Est», il workshop degli esperti mondiali

«Il centro direzionale traino per Napoli Est», il workshop degli esperti mondiali
di Luigi Roano
Giovedì 15 Settembre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:30
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La prima relazione del workshop sul Centro direzionale è di tipo sociale. Nella sostanza gli studiosi sono stati relazionati sul contesto umano che vive nell'area della cittadella dei grattacieli e soprattutto ai margini della stessa a iniziare dal Vasto per arrivare alla stazione e fino a Gianturco. E quello che è venuto fuori come tema di questa prima mezza giornata dei lavori è che se si rilancia il Centro direzionale lo si apre al resto del quartiere a beneficiarne sono soprattutto le comunità, anche quelle straniere. Ce ne sono molte le più popolose sono quella cinese, srilankese e ucraina, per non parlare dell'immigrazione spesso clandestina costituita dai disperati che arrivano dal continente africano. Nella sostanza il riordino urbano e urbanistico fa rima con quello sociale. A relazionare è stato Andrea Morniroli della Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli - coordina anche il Forum Disuguaglianze e Diversità insieme a Fabrizio Barca - esperto della materia. Una giornata lunga per il gruppetto di studiosi guidato dal vicesindaco e assessore all'Urbanistica Laura Lieto e da Massimo Pepe e Gaetano Simeone rispettivamente presidenti delle commissioni consiliari Urbanistica e Infrastrutture. Tutti insieme hanno effettuato anche i primi sopralluoghi. Partenza da via Foria, poi piazza Nazionale, giro al Centro direzionale tra le torri quindi arrivo alla Federico II sede di San Giovanni a Teduccio. Uno sguardo a tutta l'area est con le sue aziende top nel comparto dell'aerospaziale e i buchi neri dei capannoni abbandonati da aziende che hanno esalato l'ultimo respiro da almeno 20 anni. L'occhio è caduto sui grattacieli del Centro direzionale ancora oggi avanguardia dal punto di vista architettonico. Non è un caso che sono state acquistate da due consorzi le due torri dell'Enel che da almeno due lustri aspettavano di avere una nuova vita. All'università c'è stata poi la proiezioni di dati e anche progetti futuribili come quello di Porta est. Cosa vuole far venire fuori il Comune da questo confronto con chi è esperto di rifunzionalizzazione dei centri direzionali in tutto il mondo, uno dei professori è arrivato dal Canada? Un modello da applicare a Napoli. Ci sono quelli europei di Berlino e Amburgo quelli americani e anche i nostri, Milano è città all'avanguardia nella trasformazioni di grandi aree urbane fatte con successo. 

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L'idea del Comune - e quindi del sindaco Gaetano Manfredi - è quella di inserire nuove funzioni al Centro direzionale, per superare la crisi del terziario manifestatasi con la pandemia.

E soprattutto far vivere la city ben oltre i canonici orari degli uffici. Cosa significa? Attrattori come cinema, teatri, bar, ristoranti e chi più ne ha più ne metta. Tenendo presente che al Centro direzionale ci vivono stanzialmente, nel senso che hanno casa oltre 4000 persone. I consorzi che hanno acquistato le due torri hanno queste idee e infatti dentro quei due giganti prenderanno posto uffici, ma anche bar, piscine, palestre. E strutture ricettive un grande albergo o più alberghi. Il Comune si muove, ma ora in attesa che questi grandi progetti si realizzino, serve dare segnali concreti. Vale a dire iniziare la manutenzione del Centro direzionale. Le scale mobili abbandonate sono un monumento triste che scoraggeranno i nuovi visitatori e anche i nuovi proprietari nell'invitare gente. Il verde ridotto a sterpaglia, i pavimenti di valore ma non curati e da aggiustare. Su tutto questo Manfredi ha promesso uno sforzo di concretezza. Del resto il sindaco punta molto sull'apertura della stazione della metro - prevista per fine anno - al Centro direzionale come attrattore per portare gente e turisti nella city. Che devono trovare servizi almeno accettabili e questo significa accoglienza. 

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