No, non è un miracolo. Riappare a Chiaia il dipinto della Madonna di Piedigrotta, e si scopre che a rimuoverla non era stata una mano sacrilega. Dietro il giallo della improvvisa sparizione del pannello emerge la ricostruzione di un filo abbastanza contorto, ma che - alla fine - è riuscito a portare al riposizionamento della sacra icona nell'altarino che originariamente la ospitava. Più bella di prima, grazie ad un restauro. Data in un primo tempo per trafugata, l'immagine venerata della Vergine in piazza Caterina da Siena è tornata al suo posto. Nessun furto, dunque. Ma vediamo com'è andata e che cosa è successo.
LA RIMOZIONE
Ci sono gesti che, a volte, andrebbero pubblicizzati.
IL LIETO FINE
Ed ecco diradarsi le nebbie, le ombre e i dubbi. Qualche giorno fa l'immagine è ricomparsa. Tornata al suo posto, nell'altarino che la ospitava da sempre, grazie all'impegno dell'artista Benedetto Casillo, dell'avvocato (e diacono) Giuseppe Fiumanò, di don Pietro Milano, parroco della Basilica di Santa Maria a Piedigrotta e della giornalista Carla De Ciampis; ma ,soprattutto, grazie a due restauratori, che silenziosamente quanto gratuitamente hanno riportato all'originaria bellezza il sacro dipinto: Guido Balsamo ed Arturo Masullo.«Il ritrovamento a seguito del conseguente restauro del quadro raffigurante l'effigie della Madonna di Piedigrotta - dichiara Gaetano Bonelli - rappresenta una bella notizia che contribuisce a lenire, seppur parzialmente, il forte stato di degrado dovuto alle continue spoliazioni e agli atti vandalici che connotano ahimè lo stato in cui versano le storiche edicole votive e non solo, di questa città. L'equivoco che fece pensare ad un probabile furto, felicemente risolto, nacque perché al posto dell'attuale immagine ottocentesca, venne collocata una raffigurazione della Madonna di Pompei, mancante di un avviso che informasse la cittadinanza del restauro in corso della storica icona. Speriamo che questa meritoria azione funga da sprone affinché si recuperino anche altre meravigliose testimonianze che versano in un impietoso stato di degrado».