Crowdfunding, Napoli capitale della colletta web: «Così siamo salvi»

Crowdfunding, Napoli capitale della colletta web: «Così siamo salvi»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 16 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo agg. 17 Aprile, 09:08
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Partenope terra di crowdfunding. La pandemia ha accelerato l'affermarsi di nuove abitudini digitali nel mondo dell'economia e tra queste c'è la raccolta fondi via web. La «colletta partecipata» per il raggiungimento di un obiettivo comune sta cominciando a diffondersi a macchia d'olio anche a Napoli, che «con Torino - spiega Maurizio Imparato, formatore di crowdfunding di professione - è la città più strutturata del settore in tutta Italia». Sono tanti i crowdfunding al momento attivi all'ombra del Vesuvio, nati per lo più con lo scopo di salvare le imprese messe in ginocchio dal Covid; ristoranti, bar, bed and breakfast, guide turistiche, finanziamenti di spettacoli teatrali. Ma tra le vocazioni della colletta sul web non ci sono solo il salvataggio di impresa e il sostegno economico: gli usi e le destinazioni del salvadanaio digitale si estendono fino diventare veri e propri investimenti, come nel caso del lancio di start-up (le cui raccolte arrivano a sfiorare addirittura il milione di euro) o del cosiddetto «crowdfunding reward» (che prevede un premio in cambio della donazione da inviare on line). Le piattaforme di crowdfunding sono circa cinquecento in tutto il mondo (7 o o 8 le principali): non a caso Amazon sta investendo nel settore e i social, sebbene non specializzati, offrono servizi simili (le collette per i compleanni degli utenti su Facebook o raccolte per eventi speciali, tanto per fare un esempio). 

Insomma, se è vero che la moda altro non è che l'arte di cogliere il ritmo del tempo, in questo caso Napoli sta mostrando di essere online in senso figurato e letterale. «Il crowdfunding non è una raccolta fondi - prosegue Imparato, che ha impostato quattro delle iniziative di cui parliamo - ma di aiutare la collettività divertendosi. Un po' come la colletta per comprare il Super Santos, per intenderci. La pandemia ha accelerato la diffusione del crowdfunding: ha aumentato le difficoltà delle imprese, e quindi ne ha accresciuto la creatività. Per com'è il carattere dei napoletani, questa città potrebbe potrebbe diventare la capitale mondiale del crowdfunding: qui sono nate 3 piattaforme negli ultimi 5 anni. L'ultimo dato parla di 2000 miliaridi di euro italiani fermi sui conti correnti: farli girare porterebbe vantaggi a tutti». Altri due esempi attivi in città sono il crowdfunding per il b&b Toledostation di Fabrizio De Lella, rivolto ai turisti per salvare la location che li ha ospitati (in 10 giorni sono stati raccolti 13mila euro, con 250 sostenitori e obiettivo fissato a 20mila). E la raccolta «Sosguide» organizzata dalla guida turistica Barbara Giambattista per un mutuo soccorso ai colleghi messi in ginocchio dalla pandemia, che su gofund.me ha già raccolto 5220 euro (con obiettivo fissato a 10mila). 

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