Insigne al Toronto, Napoli sospesa: «Ma rimarrà sempre la nostra bandiera»

Insigne al Toronto, Napoli sospesa: «Ma rimarrà sempre la nostra bandiera»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 6 Gennaio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 16:01
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L'ultimo tiro a giro del capitano, destinazione Canada, ha spiazzato la città. L'unico napoletano della squadra, il simbolo, che fa le valigie per involarsi con il suo nuovo contratto milionario verso Toronto, ha lasciato l'amaro in bocca a tanti tifosi azzurri. C'è chi gli augura buona fortuna, ma anche chi proprio non perdona a Insigne e De Laurentiis di aver scritto questo epilogo nella travagliata storia tra il funambolo di Frattamaggiore e il club che fu di Maradona.

«Rimarrà sempre la nostra bandiera - racconta Gigi D'Alessio che più volte ha voluto Lorenzo sul suo palco nei suoi concerti - immagino sia stata una scelta non poco dolorosa che ha messo a duro confronto cuore e ragione. Col cuore so che non sarebbe mai andato, ma di fronte a certe occasioni non si può non tenere conto della ragione, che mette insieme esigenze varie e familiari. Per noi tifosi rappresenta il Masaniello di cui abbiamo bisogno, e anche per questo ci mancherà ancora di più». E, con un'autocitazione, il re dei cantanti partenopei gli augura «Buona vita». Più travagliato il giudizio di un tifoso doc come Maurizio De Giovanni. «Distinguiamo forma e sostanza perché - spiega lo scrittore - firmare un contratto un giorno prima di un match sentitissimo come Juve-Napoli pasteggiando con lo champagne era evitabile e non è stato un bel vedere. Nella sostanza ha ragione il Napoli a voler abbattere il monte ingaggi, ma è legittimo per Insigne di fronte questa offerta andare via. Mi preoccupa di più cosa farà De Laurentiis, come rimpiazzerà Lorenzo il prossimo anno». Ancora non crede all'addio, invece, Sal Da Vinci: «Lorenzo è un amico, ma di questo non ne abbiamo parlato.

Io il prossimo autunno farò dei concerti in Canada e vorrei non trovarlo lì. Io ci spero ancora che il matrimonio possa continuare».

«Non mi meraviglia la decisione di Insigne - racconta invece l'attrice Maria Mazza - perché nel calcio non esistono più bandiere. Non baderei troppo al fatto che abbia firmato prima di una gara importante, queste trattative anche sotto traccia vanno avanti per mesi. Sono certa resterà legato alla città, magari facendo iniziative benefiche, come fanno da anni due icone partenopee come Cannavaro e Ferrara». È dispiaciuta dell'addio una madrina ante litteram del Napoli e un'icona della città come Marisa Laurito. «C'è poco da dire - spiega la direttrice del Trianon - evidentemente il Napoli non aveva soldi a sufficienza, succede che alcuni calciatori debbano lasciarci. Ora Lorenzo giochi bene in maglia azzurra fino alla fine dell'anno, gli auguriamo un grande bene». Sulla stessa scia la giovane influencer e star di Instagram, Anna Signore: «Credo sia un addio già deciso da tempo con la società. Giusto che Lorenzo faccia la sua esperienza in una squadra estera. Oggi non esiste più l'attaccamento alla maglia. Un ragazzo di 31 anni difficilmente rifiuterebbe cifre simili. Non ci resta che augurargli una buona carriera!».

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«Non ci sono piagnistei sentimentali da fare - spiega invece l'ex rettore Guido Trombetti - è una questione di affari, di mesate. Il Napoli si è comportato benissimo perché l'offerta che ha fatto non è stata avanzata da nessun altro club europeo, lui è bravo ma non è un fenomeno e bene ha fatto De Laurentiis a non partecipare a giochi al rialzo, così come ha fatto bene Insigne a fare i suoi interessi. L'addio potrebbe anche essere un'occasione per il Napoli di rifondarsi, certo non mi è piaciuta la pacchianata del capitano di andare a firmare prima di Juve-Napoli, si poteva fare in maniera più riservata ma il buon gusto non si compra al supermercato». E, aggiunge l'ex assessore: «Meglio se va via subito per non dare altre grane a Spalletti, sarebbe forse il caso di togliergli anche la fascia». Intransigente, ma con De Laurentiis, è invece l'assessore Edoardo Cosenza. «Sono dispiaciutissimo - racconta l'assessore-ultrà - è il giocatore di maggior classe italiano. Se Lorenzo fosse andato a firmare per andare alla Juve capirei, ma va in Canada. Di Core ngrato ricordo solo Altafini, credo De Laurentiis doveva fare uno sforzo in più per trattenere il capitano».

Con filosofia la prende invece l'indimenticabile guerriero azzurro, Salvatore Bagni. «Si sapeva da tempo - spiega il fraterno amico di Maradona - non si arriva a gennaio per decidere su un giocatore che va a scadenza di contratto. Lorenzo di sicuro va via con la morte nel cuore, resterà ancora 6 mesi e speriamo vada via con un trofeo in bacheca. C'è da apprezzare che lui non sia andato a giocare nel campionato italiano, almeno così non giocherà contro il Napoli, ma la società ha fatto delle valutazioni corrette che ora valgono per tutti i club, anche se fossi stato io il direttore sportivo non avrei potuto fare altrimenti perché la linea della società è chiara». Amareggiato è invece l'imprenditore Gianni Lettieri. «Credo dobbiamo smetterla - spiega - con il vizio di prendercela con chi se ne va e non a chi fa andare via i calciatori. I conti della società li conosce solo De Laurentiis, se poteva trattenerlo e non l'ha fatto ha sbagliato, altrimenti è giusto così, ma credo che neanche Aurelio aveva voglia di tenerlo, anche perché quando vuole qualcosa se la prende». 

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