Istituto Nazareth a Napoli, perché ha chiuso: «Debiti per 320mila euro»

Istituto Nazareth a Napoli, perché ha chiuso: «Debiti per 320mila euro»
di Elena Romanazzi
Giovedì 21 Luglio 2022, 09:57 - Ultimo agg. 22 Luglio, 08:00
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«Non è la Congregazione che ha chiuso la scuola, se avessimo voluto farlo l'avremmo fatto dieci anni fa invece di darlo in gestione». Madre Antonina Caradonna, taglia corto. «Sono informata della chiusura del Nazareth ma non ho intenzione di rispondere, si rivolga ai legali». La storica scuola privata del Vomero dove la stessa madre Antonina ha accolto e cresciuto schiere di giovani figli della borghesia napoletana, chiude i battenti. A settembre i banchi resteranno vuoti. Cinquanta docenti vanno a casa e 170 alunni dovranno trovare un altro istituto per poter proseguire il loro percorso educativo. Il Nazareth di via Kagoshima offriva tutto, dall'asilo fino al liceo (tre indirizzi, gli ultimi 45 alunni della secondaria superiore di secondo grado sono usciti quest'anno). Spazi, aule accoglienti, la palestra, le partite, una scuola amata dal territorio, storica, attiva dal lontano 1956. Talmente amata che gli ex alunni ora professionisti stimati hanno creato una associazione ad hoc.

La storia della chiusura è del tutto particolare. Le criticità risalgono a diversi anni fa e riguarda i canoni di affitti, all'inizio agevolati e poi aumentati come da accordi tra la Congregazione (sono in tutto 18 suore) mai versati. Le suore hanno atteso per poi decidere di rivolgersi ai legali Francesco Massini e Valentina Moscato del foro di Roma. Causa iniziata nel 2019 e conclusasi con ben due sentenze esecutive di sfratto nel marzo del 2022. «La Congregazione - spiega l'avvocato Massini - vuole rientrare in possesso dell'immobile». «La morosità - aggiunge - è di oltre 320 mila euro e all'inizio il canone pattuito era di 2mila-3mila euro al mese, si faccia i conti di quanti anni hanno atteso».

Due le srl coinvolte: la prima è la Maestro srl, sede a Maddaloni. La seconda, la nuova che ha preso in gestione l'istituto è la Iniziativa 14 srl (capitale 10mila euro) sempre con sede legale Maddaloni costituita il 28 aprile, attualmente inattiva da quanto si evince dalla visura camerale con un cambio all'inizio del mese di luglio degli amministratori. È proprio nel mese di luglio, esattamente il 6 luglio che ai genitori arriva la comunicazione dell'amministratrice della srl Diana Omaggio. È una bomba.

Scrive: «Iniziativa 14 a far data dal 28 maggio ha rilevato da Il Maestro srl la gestione del Nazareth...alla base della scelta...la convinzione che una assunzione di impegni stringenti e concreti da parte del nuovo gestore inducessero la Congregazione ad avviare una nuova e responsabile per la salvaguardia di una presenza nel cuore della città». «Il canale di dialogo - scrive ancora Diana Omaggio - non si è aperto...al fine di preservare la formazione dei vostri figli sono in corso tavoli di riunione per ricercare la migliore soluzione...i cui esiti, è impegno della scrivente, verranno portati a vostra conoscenza entro e non oltre il 25 luglio». Diana Omaggio scrive la lettera quando ha già deciso di passare il ruolo di amministratore - come si evince dalla visura - ad un'altra persona, Antonio Maione. L'epilogo è datato 19 luglio. L'informazione ai genitori non porta il logo della scuola ma è firmata dal coordinatore delle attività didattiche (il dirigente delle private si chiama così) Pietro Senise che spiega che gli alunni potranno passare al Sacro Cuore, sempre al Vomero, con il quale aveva preso preventivamente accordi. È la fine del Nazareth. «Sto malissimo - spiega Senise - sono al Nazareth dal 1984 ero un prof, da due anni coordinatore. Tutta la mia vita l'ho trascorsa qui, mi auguro con tutto il cuore che riapra».

La nota di Senise ha gettato nello sconforto genitori e alunni. «Il caso Nazareth è una dolorosa sconfitta per le nostre Istituzioni locali, ma anche per la Curia e il Ministero della Pubblica Istruzione, e avrà delle conseguenze dannose, oltre che sui dipendenti della scuola, su tantissimi studenti e sulle loro famiglie», dice l'avvocato Carlo Claps, Presidente Aidacon Consumatori, associazione a cui si sono rivolti alcuni genitori di studenti iscritti all'istituto scolastico. La mala fede dell'impresa sociale che gestisce l'Istituto si evince anche dal fatto che la stessa, pur conoscendo da tempo la propria disastrosa crisi finanziaria, ha comunque incassato le tantissime quote di iscrizione e ora non ha alcuna intenzione di restituire le somme versate dai genitori».
 

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