Napoli: un largo alla memoria di Maniscalco, custode dell'arte nei teatri di guerra

Napoli: un largo alla memoria di Maniscalco, custode dell'arte nei teatri di guerra
di Paola Perez
Martedì 25 Giugno 2019, 15:50 - Ultimo agg. 16:01
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Ai Colli Aminei intitolato un largo alla memoria di Fabio Maniscalco, pioniere della tutela e della salvaguardia dei beni culturali scomparso nel 2008 a 42 anni per le conseguenze dell'esposizione ai metalli pesanti e all'uranio impoverito durante le missioni militari. «Fabio è stata una persona impegnata nell'archeologia subacquea, contro le mafie, per la difesa del patrimonio culturale e delle persone più deboli - ha detto il sindaco Luigi de Magistris - La sua storia deve essere un monito per dire basta alle guerre e perché si riaccendono i riflettori sulla vicenda dell'uranio impoverito di cui non si parla più nel nostro Paese e che ha causato e causa morti».

 

Da illuminato archeologo, oltre che da ufficiale dell’Esercito, aveva partecipato alle missioni in Bosnia e Albania tra il ’95 e il ’98 per monitorare e proteggere il tesoro d’arte e di storia di quelle terre percosse dai conflitti. E da quelle terre era tornato con una pesantissima eredità. L'esposizione ai metalli e all'uranio impoverito, con il tempo, avrebbe prodotto un adenocarcinoma al pancreas.

Una carriera luminosa segnata dalla passione e dall'impegno, culminata nel 2007 nella candidatura al Nobel per la pace. Nel '97 Maniscalco - nato a Napoli, sposato con figli e sempre legatissimo alla sua città - aveva creato e diretto il team sperimentale di tutela dei beni culturali del contingente Onu in Albania, coordinando piani di salvaguardia anche nella ex Jugoslavia, in Kosovo, Medio Oriente, Algeria, Nigeria, Iraq e Afghanistan. Grazie alla sua attività, era stato il primo militare al mondo ad attuare le disposizioni della Convenzione dell'Aja sulla protezione del patrimonio artistico in caso di conflitto armato: memorabile la sua incursione nel mercato clandestino albanese, dove riuscì a infiltrarsi per recuperare preziosi reperti archeologici.

Numerosi e prestigiosi gli incarichi: ispettore onorario per l'archeologia subacquea del ministero per i Beni culturali, direttore dell'Osservatorio per la protezione dei «tesori» in area di crisi, vicepresidente del comitato italiano dello Scudo Blu, libero docente di Storia e tutela dei beni culturali all'Orientale e di Archeologia subacquea alla Sun. All'attività operativa si aggiungevano quelle di documentarista e scrittore. Tra le varie pubblicazioni, il volume «Sarajevo. Itinerari artistici perduti» aveva ricevuto il premio della presidenza del Consiglio, mentre l'articolo sulla tutela del patrimonio culturale in Kosovo gli aveva fruttato l'onorificenza Unesco «Media Save Art». 

Per Maniscalco una pioggia di encomi e riconoscimenti - lo premiarono papa Giovanni Paolo II, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il ministro della Difesa Beniamino Andreatta - e le medaglie Nato per il lavoro svolto durante le operazioni di peacekeeping. 
 
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