Da Napoli in bici per il popolo del Sahara, Ben e Sanna incontrano Mera 25

Parte da Napoli il tour italiano di Sanna e Benjamin, i due attivisti svedesi che stanno attraversando il mondo in bicicletta

Sanna e Benjamin
Sanna e Benjamin
Lunedì 5 Febbraio 2024, 17:13
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Parte da Napoli il tour italiano di Sanna e Benjamin, i due attivisti svedesi che stanno attraversando il mondo in bicicletta per portare all’attenzione dei governi e della opinione pubblica la situazione politica del Sahara occidentale.

La coppia, partita a maggio 2022 dalla Svezia ha già attraversato 18 paesi, e questa mattina nella libreria Intra Moenia in piazza Bellini a Napoli ha incontrato i rappresentanti del partito Mera 25, parte integrante di diem 25 il movimento dell’ex ministro delle finanze in Grecia Yanis Varoufakis, che hanno accolto il loro appello.

Pedalare per 48.000 km attraverso 40 paesi, dalla Svezia al Giappone fino al Sahara occidentale, per aumentare la consapevolezza a livello globale sull'ultima colonia africana e mobilitare l'opinione pubblica per l'immediata attuazione di un referendum libero ed equo nel Sahara occidentale è lo scopo della campagna Solidarityrising che mira a essere solidale con tutti i popoli colonizzati e oppressi e a far sentire la loro voce.

«Abbiamo scelto di partire da Napoli – hanno spiegato – perché eravamo certi che questa città avrebbe risposto al nostro invito di essere vicini ai popoli oppressi come quello del Sahara, da tempo ormai soggiogato dal potere del Marocco. Siamo qui per lottare per il diritto alla libertà di tutti. Dopo Napoli, saremo a Roma, a Firenze, a Bologna, Milano e termineremo il viaggio nel vostro paese a Torino».

«Mera 25 – ha spiegato Renato Votta, coordinatore di Napoli e Campania del partito – ha accolto la battaglia di Ben e Sanna che non poteva non essere anche la nostra.

Abbiamo con loro interlocuzioni a livello nazionale ed internazionale e seguiremo tutto il loro percorso, perché è il momento di denunciare tutte le oppressioni dei popoli, soprattutto di quelle che hanno meno eco mediatica. Ciascuno di noi, dal basso, può fare la sua parte e abbiamo il dovere di farlo». 

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