Italia Viva, rischio fuga: Renzi arriva a Napoli per ricucire gli strappi

Europee, l'asse con Mastella e Cuffaro agita i dirigenti

Renzi e De Luca
Renzi e De Luca
di Adolfo Pappalardo
Domenica 4 Febbraio 2024, 10:18 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:28
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Si sono visti l'altro giorno in consiglio regionale: al tavolo i 4 consiglieri regionali renziani e l'assessore regionale Nicola Caputo. Nessuna fronda ma una riflessione sul prossimo futuro che poi ha ed è una scadenza precisa: le Europee di giugno. Il timore, insomma, è che Italia Viva, correndo in solitaria, difficilmente possa farcela a superare la soglia di sbarramento del 4 per cento. Che il partito deve prendere, ricordiamolo, su scala nazionale. Vanificando così tutto il lavoro di questa campagna elettorale e frantumando le aspettative di chi ipotizza alla portata di mano un seggio alla Ue. A cominciare proprio da Nicola Caputo, attuale assessore regionale, che già nel 2019 per un pugno di voti, poco più di tremila, vide sfumare tutto: nonostante fosse uscente e con alle spalle un partito come il Pd. Dubbi, perplessità che Matteo Renzi conosce bene. E proprio per questo approfitterà della tappa a Napoli di martedì pomeriggio per presnetare il suo ultimo libro e per vedersi con i suoi. Rassicurarli sul futuro. E sulle alleanze, innanzitutto.

Ad oggi tutto il mondo centrista è sparpagliato. Fallito, il progetto di partito unico tra Azione e Iv e congelata anche l'alleanza con Più Europa, in questo momento i tre partiti hanno tracciato, ognuno, una rotta in solitaria. Con l'unica eccezione della formazione politica di Emma Bonino che ha fissato una convention il prossimo 24 febbraio invitando Calenda, Renzi e chi vuole essere della partita.

«È l'occasione per porre il tema dell'integrazione europea al centro dell'imminente campagna elettorale prescindendo dalla logica della sommatoria di piccoli partiti o peggio di accordi a tavolino nella mera riproposizione del fallito progetto del Terzo polo. +Europa lavora per una lista di scopo per gli Stati Uniti d'Europa», ha spiegato la Bonino che chiede a tutti di fare un passo indietro e superare divisioni e gelosie in favore di un progetto comune.
E proprio l'appuntamento dell'ultimo sabato di febbraio viene visto con una certa attesa dai renziani, convinti che il progetto comune con la Bonino possa rappresentare l'unico ipotesi politica senza rischiare la tagliola del 4 per cento. «Andare da soli come vorrebbe o con alleanze locali con Clemente Mastella in Campania o Totò Cuffaro in Sicilia, non ci mette certo al riparo.

Anzi: c'è il serio rischio che non si superi la soglia di sbarramento», è il ragionamento che fanno, in queste ore, i dirigenti campani di Iv. Nessun tradimento verso Matteo Renzi ma «ora è il momento di decidere le prospettive future. Altrimenti la corsa alla Ue è a serio rischio flop», aggiungono.

Legittimi dubbi amplificati negli ultimi giorni dall'iper attivismo di Carlo Calenda impegnato in una furiosa campagna acquisti per Azione. Scouting che non intimorisce ma innervosisce comunque moltissimo i renziani: presi ora da una sindrome di accerchiamento accompagnata dal timore che qualcuno da Iv possa passare con Calenda. O altrove. Anche per questo i 4 consiglieri regionali (il capogruppo Tommaso Pellegrino e i colleghi Alaia, Iovino e Santangelo) e l'assessore Caputo si sono visti per stabilire una sorta di patto d'onore tra loro e serrare le fila. E rassicurare pure sui rumors di chi parla di incontri con Carlo Calenda. Il progetto è di viaggiare comunque assieme e puntare su un solo nome: quello di Nicola Caputo. Non solo per la sua esperienza proprio alla Ue ma anche per i voti personali che può portare. Insomma, l'unico cavallo su cui puntare dalla Campania per i consiglieri regionali renziani. Ma senza buttarsi a capofitto in una campagna elettorale, spendendo risorse ed energie, ma con il rischio che tutto si vanifichi con il muro del 4 per cento. La riflessione, insomma, è di avere non una sicurezza ma discreti margini di fattibilità. Altrimenti meglio non correre affatto.

Chi è assolutamente favorevole ad un progetto comune è un renziano della primissima ora come Ciro Buonajuto. «Correre da soli, con lo sbarramento del 4 per cento, è un errore. Bisogna invece concentrarsi per riunire le forze e raccogliere l'appello di Macron: Italia viva, Più Europa e Azione hanno un'unica visione sull'Europa e non vedo il motivo per non correre assieme», ragiona il portavoce nazionale di Iv e sindaco di Ercolano. E puntualizza: «Matteo ha sicuramente un consenso personale capace di portarci oltre il 4 per cento ove mai non andasse in porto il progetto con Calenda e Bonino. Ma - aggiunge- sarebbe un peccato sciupare l'occasione: assieme potremmo eleggere dagli 8 ai 10 deputati».

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