Napoli, la guerra del molo Beverello. Gli armatori: «Il caos è colpa del Porto»

Napoli, la guerra del molo Beverello. Gli armatori: «Il caos è colpa del Porto»
di Antonino Pane
Lunedì 29 Giugno 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:18
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Ora è guerra aperta, armatori contro Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale. Il caos al Beverello per le compagnie di navigazione è dovuto solo ed esclusivamente all’assenza di organizzazione. «Non rispondono neanche al telefono - tuona Maurizio Aponte, direttore generale della Navigazione Libera del Golfo. Sono settimane che chiedo un incontro mi è stato fissato tra dieci giorni. Non hanno organizzato niente. Non hanno fatto niente. Ho appena scritto alla Regione, siamo stufi di questa situazione. Trasportiamo il 60-70% in meno di passeggeri e dobbiamo finire sui giornali per una disorganizzazione strutturale frutta di scelte che non condividiamo. Ogni giorno inviamo mail, foto e video sollecitando correttivi. Non ci hanno mai risposto. Siamo esausti. E ora dobbiamo sentire anche il che presidente Spirito viene a dirigere il traffico? Ma per favore, siamo seri. La verità è che credono di sapere tutto, in realtà non sanno nulla. Ci vorrebbe poco, veramente poco per rimettere a posto la situazione. Non rispondono perché non vogliono ammettere che hanno sottovalutato il problema. Gli orari di crisi sono due, 8,30 al mattino e 14,30 del pomeriggio. Ma veramente si pensa che non si può migliorare questa situazione?». 

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Assenza è mancanza di risposte. Sulla stella linea anche Salvatore Lauro, capo della holding del trasporto verso Ischia. «Abbiamo chiesto riunioni almeno una decina di volte. La situazione si potrebbe migliorare con pochi accorgimenti. C’è tutta l’area adiacente i nostri uffici a ponente del Beverello completamente sottoutilizzata. Vorremmo collaborare, aiutare a risolvere i problemi ma si preferisce tenerci ai margini. Lo ribadiamo, siamo disponibili a sederci e collaborare. Basta una convocazione, anche online se necessario. I numeri dei passeggeri in movimento sono ridottissimi è veramente assurdo che non si riesce ad organizzare un servizio degno di questo nome». Butta acqua sul fuoco il direttore generale dell’Acap, l’associazione degli armatori, Salvatore Ravenna. «Noi siamo stati, siamo e saremo sempre pronti a collaborare. Chiediamo all’Autorità di sistema portuale l’adozione di provvedimenti utili a migliorare la situazione. Noi siamo disponibili da subito ad un incontro per indicare, alla luce della nostra esperienza, gli accorgimenti tecnici da adottare». 

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Già, gli accorgimenti tecnici. Li segnala subito Giuseppe Langella, ceo di Snav. «Bisogna riaprire i fate - dice - e istallare un termoscanner. Non si può pensare di misurare la febbre a campione e di avere un corridoio per imbarco. I passeggeri vanno suddivisi con vari gare di imbarco, lo abbiamo detto subito ma non vi hanno ascoltato. Lo spostamento delle biglietterie - aggiunge Langella - ha funzionato bene, è la gestione dei flussi che lascia a desiderare. Bisogna riaprire i gate e tutto diventerà più sicuro è facile da gestire. Sono state adottate decisioni a tavolino e ora di vogliono mantenere. È necessario, invece, un tavolo tecnico trovare le soluzioni più idonee a mantenere i necessari distanziamenti. Il traffico è calato del 70%, è assurdo avere lamentele con un numero così basso di passeggeri». Langella guarda avanti. «Non è una alternativa chiudere tutto ma difronte ad una pandemia che non conosce precedenti bisogno trovare le soluzioni con tavoli tecnici . Posizionare un termoscanner prima dell accesso ai gate troverebbe una soluzione ai fini della tranquillità che sommata all’obbligo dell’uso della mascherina che viene controllato dai comandi nave pena il divieto all’imbarco metterebbe tutti in condizione di maggior tranquillità. Il ripristino dei gate di attesa per destinazione contribuirebbe a selezionare i pax per partenza e guidare i passeggeri ai relativi imbarchi senza incroci. Ripeto, il traffico è ridotto del 60/79% per mancanza di passeggeri stranieri e le uniche partenze interessate agli assembramenti sono quelle del venerdì pomeriggio e sabato mattina al Beverello. Gli orari rispettano il quadro orario con gli intervalli previsti e non sono ancora stati ripristinati tutti». Al presidente Spirito risponde anche il consigliere regionale, Emilio Borrelli: «da due anni non risponde alle mie mail sostenendo che non ha l’obbligo di interagire con un consigliere regionale. Noi viviamo tra gente non nelle poltrone di piazzale Pisacane, o meglio ancora, in questo periodo in quelle di casa. Viviamo ogni giorno disagi e problemi. Non interagire con chi conosce il territorio, significa innanzitutto non saper ascoltare».
 

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