Napoli, il ponte sopra i binari che da 20 anni sbuca sul nulla

Napoli, il ponte sopra i binari che da 20 anni sbuca sul nulla
di Paolo Barbuto
Domenica 27 Febbraio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 1 Marzo, 08:33
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Ci sono tante opere incompiute a Napoli, alcune le abbiamo già raccontate nel corso di questa inchiesta giornalistica, dal cantiere di case popolari abbandonato in via Carlo Miranda, al ponte abbandonato di via San Giacomo dei Capri al Poliambulatorio di Pianura: per ognuno di questi errori c’è una “memoria”, qualcuno che ne conserva la storia e i documenti, un archivio comunale dal quale sbucano progetti, pagamenti, dettagli. 

Invece per il ponte che si tuffa tra i rovi di Ponticelli non esiste nessuna memoria, solo ricordi vaghi e antichi dei residenti, nessun documento disponibile né reperibile.

Si tratta di una vicenda imbarazzante: una strada progettata con fondi pubblici più di trent’anni fa e lasciata a metà, che non ha più nemmeno una storia: nessun responsabile, nessun colpevole. 

Ponticelli, fermata Circum Vesuvio-De Meis, esci dalla stazione e ti ritrovi di fianco al mostro di cemento abbandonato. Gli anziani ricordano che quella striscia d’asfalto sopraelevata venne ideata per collegare l’attuale viale delle Metamorfosi a via De Meis, avrebbe dovuto contribuire a slegare il traffico che s’inoltra nel centro di Ponticelli: era già insostenibile trent’anni fa e oggi spesso diventa delirante.

Lavori avviati di buona lena, con fondi del post-terremoto, sostengono qui. Ricordano che la cifra investita fu prossima ai cinquecento milioni di vecchie lire. Quel sovrappasso serviva a superare i binari della Circum che tagliavano in due Ponticelli e imponevano lunghi percorsi alternativi. Quando il ponte riuscì a sorpassare i binari i treni percorrevano solo la linea “Sarno”, non era ancora stata innestata quella “San Giorgio” nata ormai 21 anni fa; subito dopo aver oltrepassato l’ostacolo ferroviario si presentò un insormontabile gigante burocratico. Una complessa questione di espropri finiti in tribunale impose lo stop temporaneo ai lavori. Quel blocco temporaneo si protrae da oltre vent’anni. 

Dopo i primi timidi tentativi di riprendere l’opera, nessuno più se ne è interessato. Alla Municipalità sono almeno dieci anni che la questione non viene più sollevata, a palazzo San Giacomo non c’è più nessun dirigente in attività che ricordi la vicenda del “ponte sul nulla”.

Il destino è stato segnato dal disinteresse.

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Quel pezzetto di strada sarebbe potuto diventare centrale per la viabilità della zona, soprattutto con la costruzione dell’Ospedale del Mare che sta appena 350 metri più in là. Invece è stato lasciato così com’è, a marcire, con tutti i pali dell’illuminazione già montati e oggi pericolosamente in bilico.

Per infilarsi sulla rampa d’accesso da via Curzio Malaparte bisogna spostare molta immondizia e poi lottare con la vegetazione che sta ricoprendo tutto. Nella porzione iniziale i ladri di ferro hanno trafugato la balaustra e adesso il ponte è estremamente pericoloso: se un bambino decidesse di avventurarsi qui sopra, si ritroverebbe di fronte a un baratro che sprofonda in un pozzo di rifiuti, anche pericolosi.

E qui s’incastra un altro pezzo di questa assurda storia napoletana: sotto al ponte mai terminato, i delinquenti della monnezza hanno sversato di tutto. 

 

Nell’area che si trova vicina alla stazione della Circum è stata l’Eav a chiedere, e ottenere, la rimozione dei cumuli. Nella porzione che si trova vicina alla scuola Marino-Santa Rosa, invece, è stata necessaria una sollevazione popolare per ottenere interventi, come ha ben raccontato il nostro Alessandro Bottone con ampi servizi sulle pagine web del Mattino. Prima dell’ultimo Natale in quel letamaio venne abbandonata anche una barca, ulteriore paradosso: su un ponte che non arriva a nulla, c’era una barca abbandonata sul cemento. Pare l’inizio di una favola, è il racconto di una vergogna napoletana.

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