Unesco, ecco i 27 progetti: «Salvare il centro storico di Napoli»

Vertici dell’organizzazione Onu in città: «Operazione rilancio: in ballo 82 milioni»

L'evento nella chiesa di Santa Maria della Colonna
L'evento nella chiesa di Santa Maria della Colonna
di Luigi Roano
Giovedì 23 Novembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 24 Novembre, 07:31
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A quattro giorni dall’evento internazionale sui centri storici Unesco che si terrà a Palazzo Reale, il Comune fa il bilancio di quello che ha fatto in questi primi due anni di mandato del sindaco Gaetano Manfredi nel centro storico Unesco. «E i fatti - dice l’ex rettore - sono il nostro cambio di metodo rispetto al passato. Abbiamo sfrondato quello che non si poteva fare entro i prossimi due anni, ma ci siamo muniti di progetti esecutivi così se dovessimo reperire altri finanziamenti saremmo pronti a ripartire. E accelerato su quello che si può fare e che chiuderemo entro l’anno prossimo con varianti ai progetti d’intesa con la Sovrintendenza». Tutto è esposto su grossi pannelli nella chiesa di Santa Maria della Colonna in via Tribunali per raccontare il processo in atto cioè «Dal Grande Progetto Unesco al Piano di Gestione: le attività del Comune».

Il tema non è solo il restauro delle pietre, ma la vivibilità del centro storico e come contrastare la turistificazione, vale a dire lo spopolamento e la perdita di identità.

Va inquadrata in questo contesto la protesta di una quindicina di attivisti della “Rete Resta Abitante” entrati nella chiesa per contestare a «Comune e Regione che alle parole non fanno seguire i fatti ormai da quasi un anno mentre altre città come Firenze si sono concretamente mosse». Quelli della Rete chiedono - sostanzialmente - di «limitare case vacanze e affitti brevi nel centro storico». A Napoli Manfredi ha ricordato la limitazione - per esempio - del proliferare delle attività di food and beverage a San Gregorio Armeno. Provvedimento condiviso con la Regione. Ma procediamo con ordine.

Il ritardo nella gestione dei cantieri Unesco è decennale, ma molto è stato fatto e messo a regime negli ultimi anni. Il “Grande Progetto Centro Storico di Napoli” si compone di 27 interventi per un importo complessivo di 82,5 milioni. Quelli già chiusi sono 10 e valgono 24 milioni. Spiccano la stessa Chiesa dove si è svolto l’evento e il Complesso dei santi Severino e Sossio. Nove sono gli interventi che si completeranno nel 2024 per una spesa 34 milioni. Come Castel Capuano dove l’idea è quella di utilizzarlo quale museo delle regole e della camorra con i tanti corpi di reato che vi sono custoditi. Quindi il Teatro Romano «qui il modello di gestione racconta Manfredi - vorremmo fosse tipo quello delle cimitero delle Fontanelle cioè affidarlo a cooperative di giovani». E il Complesso dei Girolamini. Opere di fatto già concluse, mancano solo i collaudi. «Ma si potrebbero aprire molto presto perché il collaudo statico di questi monumenti è andato bene» chiosa l’ex rettore. Insomma il modello di gestione è quello che preoccupa pur essendo tutti monumenti pubblici servono convenzioni e contratti tra le parti. Al palo restano 8 opere per circa 19 milioni sostanzialmente definanziate per i troppi ritardi. 

Manfredi chiede al Governo «leggi ad hoc per gestire i centri storici. Noi stiamo lavorando per porre vincoli nel Prg e bloccare il proliferare di B&B e case vacanze. Ma ci serve una norma robusta che deve arrivare dallo Stato altrimenti abbiamo margini di manovra molto risicati». Sulla sinergia puntano il Mic e la Regione rappresentati rispettivamente da Luciano Schifone - consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano - e Bruno Discepolo assessore all’Urbanistica. Perché questa volta dunque i cantieri dovrebbero chiudersi positivamente? «Ci sono stati colpevoli ritardi - racconta Schifone - oggi però la sinergia tra le Istituzioni sembra essere più armoniosa e confido nell’istituzione di una cabina di regia di fatto per portare avanti i cantieri». Anche Discepolo non ha molto voglia di rimuginare sul tempo perduto. «La Regione - dice - ha fatto sì che molti altri fondi non si perdessero perché li ha dirottai su altri progetti già pronti e rifinanziando quelli che stanno andando avanti, mi sembra un bell’esempio di sinergia istituzionale». 

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