Napoli, al Vomero cantieri e dissesti: «Il chilometro maledetto»

Mille metri di pericoli da San Martino a via Morghen

Napoli, al Vomero cantieri e dissesti: «Il chilometro maledetto»
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 14 Marzo 2024, 10:10 - Ultimo agg. 12:43
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In cima alla collina del Vomero i napoletani d'un tempo andavano a cercare l'aria buona della campagna e le preghiere del chiostro, i napoletani dell'800 hanno trovato case confortevoli e serenità; i napoletani d'oggi, invece, scoprono dissesti, voragini, avvallamenti e tanta tanta preoccupazione.

Cosa succede nelle viscere della collina? A guardare lo stato delle strade della porzione alta del Vomero accade qualcosa di preoccupante, a sentire le parole degli esperti non c'è da aver timore perché tutto è (o sarà a breve) sotto controllo. Intanto basta percorrere il chilometro che va dal piazzale di San Martino a via Morghen per scoprire che ci sono più reti rosse di pericolo che asfalto percorribile.

Partiamo dal più antico disagio in cima alla collina: il muro pericolante sul piazzale panoramico di San Martino. Da quasi dieci anni viene sorretto da un dedalo di pali di legno che ne evitano il crollo, da qualche settimana è circondato da un ulteriore groviglio di tubi innocenti preludio, dicono, ai tanto agognati lavori di ripristino. Attualmente è ancora una delle "attrazioni" più fotografate dai turisti che affollano il belvedere panoramico. Prima del Belvedere c'è anche una fastidiosa, impegnativa e inspiegabile area di cantiere al servizio del recupero della pedamentina: serve soprattutto al parcheggio di auto (chissà di chi) che si arrogano il diritto al posto riservato.
Risalendo dal piazzale, subito si scopre un'altra porzione di muro circondata da reti rosse, immediatamente dopo l'ingresso al Castel Sant'Elmo.

Marciapiede vietato, turisti che fanno lo slalom per raggiungere il sito.

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A 65 metri (esatti) dal muro pericolante di Castel Sant'Elmo, su via Tito Angelini c'è il primo di tanti ostacoli sull'asfalto. Un avvallamento nel manto stradale all'altezza del cinema America Hall è circondato dalla solita rete rossa, per oltrepassarlo bisogna sperare nel buon cuore delle auto che provengono in senso opposto, ché non c'è nessuna indicazione per gli automobilisti.
Il percorso prevederebbe la discesa lungo via Bonito ma, prima, bisogna effettuare una deviazione, proprio all'incrocio con via D'Auria nel punto esatto in cui il marciapiede s'è disgregato mesi fa ed è stato anch'esso avvolto da reti rosse che oggi sono quasi invisibili. La deviazione è necessaria per raggiungere la funicolare di Montesanto: pochi metri più avanti, a via Ligorio Pirro, il manto stradale ha avuto un cedimento, limitato ma profondo. Una bella recinzione di pericolo e via, tutti l'hanno dimenticato e sta lì da mesi, in attesa di ulteriori sprofondamenti.

La via crucis nel chilometro maledetto del Vomero riparte dalla cima di via Bonito, dove c'è il segnale di divieto: accesso riservato ai soli residenti perché la strada è chiusa dal 21 febbraio, il giorno in cui sprofondò via Morghen.
Via Bonito, comunque, non potrebbe essere aperta al traffico: giusto al centro del percorso c'è un'area di cantiere, senza nessun operaio, che occupa l'intera carreggiata lasciando solo un piccolo spazio laterale nel quale, tramite accordi a suon di clacson o di occhiate d'intesa, si alternano in salita e in discesa le auto di chi abita lì. Più avanti, prima del blocco per la chiusura all'incrocio con la grande voragine, sulla destra un'ampia porzione di marciapiede è delimitata: troppi dissesti, rischio di cadute per i pedoni elevatissimo, meglio vietare il passaggio e lasciarlo così, senza pensare a un po' di manutenzione.

Il chilometro maledetto arriva giusto a metà in concomitanza con la gigantesca voragine di via Morghen della quale saprete tutto. Tre settimane fa, all'alba, la strada è sprofondata e ha inghiottito due auto, una delle quali con due ragazzi a bordo. Per miracolo nessuna vittima e nessun ferito. Ma l'edificio vicino è stato sgomberato e i locali sottoposti di quel palazzo, che affacciano su via Solimena, sono stati invasi da fango e liquami. Evento alluvionale che s'è ripetuto altre due volte nel frattempo. Proprio davanti alle case alluvionate, da qualche settimana s'è aperto un buco nell'asfalto sotto al quale si intravede un grande vuoto. Si tratta dell'inizio di una nuova voragine ma nessuno se ne occupa e anche quel buco è semplicemente avvolto dal nastro rosso.

Nella parte bassa di via Morghen, all'altezza del supermercato, dieci giorni fa i vigili imposero lo spostamento di tutte le auto in sosta per consentire un percorso a doppio senso, necessario dopo le chiusure per la voragine. Quando tutte le auto furono spostate, si manifestò una serie di dissesti che impose la convocazione della protezione civile. Sentenza immediata: vietare il transito su quei dissesti ed eseguire immediati lavori di recupero. E giù un'altra distesa di reti rosse. Quei dissesti si sono creati laddove, in estate, venne scavata una trincea per la posa di sottoservizi. I lavori di ripristino dell'asfalto vennero eseguiti un po' a caso, me nessuno se n'è accorto fino ad oggi. C'è, poi, la new entry del pericolo sulle scalette di piazza Fuga. Gradini distaccati dalla sede, verifica e segnalazione di pericolo. Secondo voi in che modo? Domanda retorica: reti rosse come se non ci fosse un domani.

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