Napoli, a Santa Chiara tornano i vandali: scritte sulla facciata del monastero

L'entrata della basilica di Santa Chiara deturpata da scritte vandaliche
L'entrata della basilica di Santa Chiara deturpata da scritte vandaliche
di Gennaro Morra
Sabato 5 Ottobre 2019, 17:49 - Ultimo agg. 18:44
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Non c’è pace per il complesso di Santa Chiara, negli ultimi anni interessato da molteplici interventi di pulizia e riqualifica. Purtroppo, a distanza di poco tempo dall’ultima operazione di ripristino dell’antica bellezza di questo importante monumento architettonico per la città di Napoli, su iniziativa di volontari, c’è da registrare un nuovo atto vandalico ai suoi danni: sulle basi delle due colonne doriche poste all’ingresso del monastero sono comparse due grosse lettere, una “O” e una “P”, scritte con lo spray nero. La firma dei soliti stupidi ignoti, che ancora una volta hanno deturpato un bene storico d’inestimabile valore.
 
Il nuovo caso di vandalizzazione di Santa Chiara è stato stigmatizzato dai Verdi: «La facciata del monastero di Santa Chiara è stata deturpata con alcune scritte da qualche cialtrone delinquente. Uno dei più bei complessi monastici della nostra città è stato rovinato da qualche ragazzino che non ha la minima idea del grave danno che ha arrecato all’immagine della basilica. Purtroppo questo fenomeno sta dilagando in tutta la città e sono parecchi i monumenti che ogni giorno vengono imbrattati solo per goliardia. Basti pensare che lo stesso monastero era stato ripulito da poco, ed ora siamo punto e da capo. È ora di dire basta a questo scempio – scrivono su Facebook Francesco Emilio Borrelli e Salvatore Iodice, consigliere regionale e municipale –. Ci auguriamo che i responsabili di questo atto vandalico vengano acciuffati al più presto e vengano puniti a dovere». E aggiungono: «Un gesto del genere che danneggia un bene inestimabile è un reato gravissimo e deve essere redarguito a dovere. Servono pene durissime per chi si macchia di questi scempi, forse così prima di improvvisarsi “artisti” ci penseranno due volte».
 

Ma la storia del complesso di Santa Chiara degli ultimi trecento anni è piuttosto travagliata: dopo un incendio scoppiato nel corso del XVIII secolo, fu restaurato aggiungendo decorazioni barocche; due secoli più tardi fu bombardato durante le due Guerre Mondiali, ma solo con il secondo restauro, curato da Raffaello Causa, ha ritrovato il suo originario stile gotico. Infatti, il monumento fu costruito tra il 1310 e il 1330 per volere di Roberto d’Angiò e sua moglie, Sancia di Maiorca, le cui tombe sono conservate all’interno della basilica. E al suo interno ci sono opere Tino di Camaino e della scuola di Giotto. Insomma, si dovrebbe tremare per l’emozione solo nel posare gli occhi su quelle pietre, invece c’è chi si ostina a usare le sue mura come fossero comuni lavagne che si possono sporcare e ripulire a proprio piacimento.
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