Anm Stella Polare, via ai lavori: da deposito dei bus a laboratorio archeologico

Nel nuovo museo anche le navi di età Romana rinvenute sotto piazza Municipio

L'ex deposito Anm Stella Polare
L'ex deposito Anm Stella Polare
di Luigi Roano
Venerdì 16 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 06:58
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Dopo oltre un anno di lavoro amministrativo - incluso lo sgombero di una comunità Rom che li aveva trovato casa - l'ex deposito Anm Stella polare del corso Lucci passerà alla Sovrintendenza. Li verranno custoditi ed esposti i reperti rivenuti dagli scavi della metropolitana. Di più: sempre all'interno di quel grandissimo spazio verrà installato il laboratorio archeologico Napoliarcheolab. Insomma, una svolta epocale se si considera che se ne è parlato la prima volta nel 2020. Quattro giorni fa però dalle parole si è passati ai fatti: il Comune ha approvato la delibera che sancisce il patto con la Sovrintendenza che dovrà gestire - dopo la rifunzionalizzazione del sito - il laboratorio e i reperti. Un patto dalla durata di 19 anni. Non sono ancora certe le fonti di finanziamento per trasformare un enorme spazio in uno dei più grandi laboratori di archeologia in assoluto, si sa però che servono circa 7 milioni per trasformare quell'edificio in qualcosa di completamente diverso. Si punta sostanzialmente ai fondi sviluppo e coesione. E visto il rapporto buono del Comune con il Mibac retto dal ministro Gennaro Sangiuliano, è probabile che un aiuto arriverà anche dal Mibac.

Ma dove si trovano adesso i reperti, e sono migliaia, dopo 40 anni di scavi che ancora devono essere ultimati? In un deposito della metropolitana a Piscinola. Diventato troppo piccolo per i reperti ma soprattutto serve al Comune per mettere sui binari i nuovo treni: ora quei capannoni dell'area nord servono come officina per i treni. I tempi del trasloco e della rifunzionalizzazione del sito sono tra i tre e i quattro anni quelli che servono per chiudere il cosiddetto anello della Linea 1. Sarà uno spettacolo l'Archeolab, un qualcosa di unico al mondo visto che li troveranno posto pure le barche di età Romana rinvenute sotto piazza Municipio. E poi marmi, incisioni, sculture, monili, oggetti di via quotidiana e molto altro. Da un lato ci sarà l'esposizione dall'altro però ci sarà da lavorare per gli archeologi perché bisognerà restaurare e ripristinare e mettere in sicurezze oggetti dal valore inestimabile. Si tratta del dna millenario della città. L'accelerazione sulla delibera, cioè sull'atto formale del patto con la Sovrintendenza è frutto della necessità di avere a Piscinola più spazi per i nuovi treni. La Sovrintendenza retta da Luigi La Rocca ha detto sì al trasloco - come si legge in delibera - perché il sito «è particolarmente idoneo in quanto è vicino» ai principali assi viari e ferroviari.

Nello specifico il deposito è vicino alle due stazioni museo di piazza Municipio e Duomo «interessate dai progetti di fruizione e valorizzazione dei siti archeologici. Inoltre «il complesso è una sede adeguata da destinare allo svolgimento dello sviluppo di attività culturali e lo svolgimento di eventi che comportino a carico dei fruitori». La Sovrintendenza verserà una quota degli incassi al Comune. La sostanza è che si profila nel pieno dell'area orientale la nascita di un attrattore culturale di grandi dimensioni e unico nel suo genere. Insmma un museo che è una finestra sul passato di Napoli. 

 

In tutto sono a disposizione dell'Archeolab quattro capannoni per un totale di cinquemila metri quadri, una struttura di un piano per un totale di 980 metri quadri, una palazzina di tre piani destinata ad uffici con una quadratura complessiva di settecento metri quadri e quasi mille metri di aree scoperte. Già predisposta la destinazione di ogni porzione dell'ex deposito dei filobus napoletani. Nel capannone più grande, quello prospiciente il corso Arnaldo Lucci dovrebbe essere allestita una grandissima area espositiva alla quale si accederà dall'ingresso attraverso il quale un tempo transitavano gli addetti dell'Anm. Subito dopo l'ingresso è prevista una zona di accoglienza con un punto di ristoro. Gli uffici della palazzina a tre piani saranno destinati agli addetti che la Soprintendenza vorrà destinare al progetto Archeolab. Due laboratori per analisi e campionatura saranno allestiti in aree disposte sul perimetro della struttura. Gli altri tre capannoni nei quali un tempo venivano ricoverati i filobus napoletani, saranno destinati al deposito delle oltre ventimila cassette di reperti, al deposito dei grandi materiali marmorei e all'accoglienza delle vasche nelle quali sono conservati, in acqua a temperatura controllata, i resti delle navi romane recuperate negli scavi di piazza Municipio.

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La fase più delicata dell'intero intervento sarà lo spostamento dei reperti che prevede in sequenza l'isolamento del deposito numero 3 - per evitare che i lavori possano arrecare danni ai reperti - poi il trasferimento delle ventimila cassette coi i reperti ceramici, delle duemila con i reperti di maggiori dimensioni, e poi del trasferimento dei grossi materiali marmorei. Solo alla fine della prima fase verranno trasferite le vasche che proteggono le antiche navi. 

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