«Napoli Città 30», flashmob in via Foria: «Basta morti in strada»

La mobilitazione dopo la morte della 68enne Maria Antonietta

"Napoli Città 30", flash mob in via Foria: «Basta morti in strada»
"Napoli Città 30", flash mob in via Foria: «Basta morti in strada»
di Alessio Liberini
Giovedì 15 Febbraio 2024, 15:35 - Ultimo agg. 16:09
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«A 30 chilometri la città si muove meglio» si legge su un grosso striscione giallo portato alla testa dell’attraversamento pedonale che da via Foria conduce verso Porta San Gennaro. Nel capoluogo campano, ambientalisti, ciclisti e semplici cittadini si sono ritrovati questa mattina nella centralissima arteria stradale posta nel cuore della città, luogo dove solo qualche settimana fa un banale attraversamento pedonale si è ancora una volta tramutato in tragedia con la morte della 68enne Maria Antonietta, deceduta all'ospedale del Mare dopo essere stata travolta da un’auto in corsa.  

A partecipare al flash mob, organizzato da Legambiente nell'ambito della Clean Cities Campaign, erano presenti anche le diverse realtà locali che da tempo si battono per tutelare i diritti dei pedoni come Cicloverdi, Fiab Napoli e Napoli Pedala.

I volontari si sono così concentrati in via Foria per lanciare nuovamente il proprio «grido d'aiuto» in una città dove solo negli ultimi diciotto mesi sono già 17 le vittime della strada.

«La manifestazione di questa mattina - ha commentato Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania - vuole ribadire con forza la necessità che la città di Napoli si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale e della possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo uno dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada. La realizzazione della “Città 30” impone delle scelte come il restringimento della carreggiata, la realizzazione di piste ciclabili e dove utile l'individuazione di dossi per indurre la diminuzione della velocità delle auto, queste sono solo alcune delle soluzioni possibili e di facile attuazione che consentirebbero alla città di Napoli di garantire sicurezza ai suoi cittadini».

 

In concomitanza con il sit-in, Legambiente ha presentato inoltre i dati sull'inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana. Secondo gli ambientalisti «Napoli dovrà fare i conti con il poco tempo a disposizione, solo sei anni, per abbattere drasticamente le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Entro il 2030, infatti, dovrà ridurre del 28% il Pm10, del 33% il PM2.5 e del 48% l'N02 per rispettare i limiti previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell'aria».  

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«La limitata disponibilità del trasporto pubblico – conclude Ferro – determina ripercussioni sulla vita sociale ed economica e sulla scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Stili di Mobilità di Legambiente ed IPSOS, Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità dove ben il 29% del campione ha dovuto rinunciare ad una visita sanitaria o opportunità di cura a causa dei tempi di spostamento troppo lunghi, dei costi eccessivi del viaggio o per l’assenza dei servizi di mobilità».

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