Sant’Anna dei Lombardi, ecco il restauro del Compianto sul Cristo morto

«Ulteriore esempio di come il partenariato pubblico privato possa funzionare a Napoli»

Il Compianto sul Cristo morto
Il Compianto sul Cristo morto
di Vincenzo Cimmino
Venerdì 12 Aprile 2024, 18:20 - Ultimo agg. 19:39
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Non dev’essere facile mettere le mani su di un gruppo scultoreo di fine Quattrocento. Non dev’essere semplice organizzare il lavoro per portare agli antichi fasti otto statue in terracotta. Sarebbe più comodo scannerizzarle e quindi stamparle in 3D. Lasciare buona parte del lavoro all’intelligenza artificiale, alle macchine. Cosa che sempre più spesso avviene nel mondo dell’arte, sul pianeta cultura. Se poi al centro del discorso si trova un’opera del Mazzoni, custodita da sempre in una delle chiese più importanti di Napoli, la faccenda si complica ancora di più.

Eppure, nonostante tutto, in controtendenza, la sfida è stata accettata. Sarà la mano di esperti restauratori e restauratrici a prendersi cura del Compianto sul Cristo morto, celebre opera di Guido Mazzoni. Un gruppo scultoreo voluto dai sovrani aragonesi di Napoli da «porre nella chiesa di Monte Oliveto di Napoli, monasterio in quel luogo onoratissimo», come ricordava anche il Vasari. È stato infatti presentato oggi, alle 12, il progetto di restauro e l’avvio del cantiere per l’opera quattrocentesca. 

L’evento ha gettato i riflettori su una delle tante gemme di Napoli. Per il restauro occorrono oltre 100mila euro. Una buona parte è stata trovata grazie al coinvolgimento dei mecenati dell’Associazione Friends of Naples: Banca di Credito Popolare, Fondazione Emiddio Mele, Orazio e Sveva de Bernardo, Rossopomodoro. Tutta la città si è attivata, trasversalmente, per aiutare concretamente nel restauro. Ma non basta. La raccolta fondi è ancora attiva, è ancora possibile donare.

Per ogni statua servono circa 15mila euro, ogni somma è beneaccetta. Ogni importo può aiutare nella causa.

Il lavoro di restauro è a cura di Dafne Restauri, con il supporto di Coop4Art e di Officina dei Talenti. Sono in programma diverse azioni, dal restauro conservativo all’inserimento di basamenti ad azione antisismica. Mai, prima d’ora, questi basamenti sono stati usati per proteggere le opere d’arte. «Noi mettiamo in sicurezza antisismica le statue», conferma Alberto Sifola, presidente di Friends of Naples. «A causa dei movimenti nel nostro sottosuolo le opere hanno avuto un insieme di lesioni veramente preoccupante. Noi ridaremo loro flessibilità, come hanno fatto a Taiwan, dove i palzzi rimangono in piedi. La prima operazione antisismica a Napoli su delle statue». 

La zona del complesso monumentale è interessata dal passaggio della metropolitana. I treni, durante le loro corse, provocano movimenti per noi impercettibili, ma che sulle statue hanno avuto l’effetto di creare microlesioni. Queste fratture, in qualche caso, hanno formato crepe più profonde, più significative. Se da una parte attraverso questi spazi è stato possibile studiare gli strati più interni, dall’altra queste spaccature hanno compromesso in modo grave l’integrità della terracotta.

Come contrastare l’azione e riparare il gruppo scultoreo lo spiega Claudia Capocotta, restauratrice della Dafne. «Questo è un progetto pilota. Sono già state effettuate diverse indagini diagnostiche che ne hanno valutato essenza e materia. Il progetto è particolare perché partirà dallo smontaggio delle statue, inglobate nel loro basamento». Quest’azione è necessaria, ma le statue nascono già divise e poi montate a pezzi, nel corso del tempo hanno anche ricevuto qualche attenzione di restauro. Lo si capisce dallo stucco presente sulla superficie in terracotta. Discorso più complicato riguarda lo smontaggio dal basamento: non si sa quando vennero inserite lì. È certo, però, che la rimozione, delicata, sarà uno dei procedimenti più lunghi. 

«Le statue saranno sezionate», continua la Capocotta, «questo per permettere un nuovo sistema antisismico. Questa è una chiesa situata al di sopra del canale metropolitano. Si effettuerà un lavoro che le salvaguarderà anche per il futuro. Per quanto riguarda il restauro “vero e proprio” delle statue stesse, si dividerà in una serie di operazioni che verranno man mano sviluppate e che partiranno dalla pulitura e dai saggi di pulitura. Questo per capire l’effettiva lavorabilità dei materiali e la rimozione delle stuccature non idonee, non coeve e già frammentate. Dobbiamo ripristinare l’unicum della statua, la sua leggibilità». 

 

L’iniziativa, frutto dell’intesa tra privato e pubblico, vede anche la partecipazione della direzione generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiC. «Napoli, come sempre dico, è una città che si muove molto con l’amministrazione dei beni culturali» commenta il direttore generale Luigi La Rocca, «è evidente che il patrimonio culturale viene restaurato, ed è un obbligo, da parte dello stato. Ma il contributo delle associazioni del terzo settore a sostegno delle attività dello stato è molto importante. Trasmette alle comunità il senso di appartenenza di questo patrimonio». Un esempio di come il partenariato pubblico-privato possa funzionare, e funziona.

Il complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, tanto caro ad Alfonso II d’Aragona, figlio di Ferrante, gestito dalla cooperativa sociale ParteNeapolis, è di proprietà dell’Arciconfraternita di Sant’Anna e San Carlo Borromeo dei Lombardi, nelle persone degli avvocati Falanga e Longo.

Infine, l’appello di Sifola. «Ci auguriamo che questa presentazione possa essere un volano per far aderire nuovi donatori all’iniziativa e adottare altre statue del monumento in modo da consentirci di completare il restauro, preservando un'opera artistica di inestimabile valore nella città di Napoli. Vi invitiamo a unirvi a noi in questo importante sforzo di tutela del nostro patrimonio culturale. La vostra generosità farà la differenza nel salvaguardare la bellezza e la storia della nostra amata città». 

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Presenti oggi nella sacrestia del Vasari, oltre al Direttore La Rocca e al Presidente Sifola, anche i funzionari della Soprintendenza D’Apice, Cuccaro, D’Alconzo e Di Crescenzo, la consigliera del sindaco di Napoli per il patrimonio culturale diffuso Amirante, il presidente di ParteNeapolis Sicignano e i rappresentanti dei mecenati che già hanno aderito alla raccolta fondi, come il Presidente della Banca di Credito Popolare Ascione.

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