Napoli, restaurato il monumento funebre di don Pedro de Toledo

Oggi, dopo anni di incuria, è stato nuovamente presentato alla città

Il monumento con il suo bassorilievo anteriore
Il monumento con il suo bassorilievo anteriore
di Vincenzo Cimmino
Martedì 27 Febbraio 2024, 20:41
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Secoli di storia “racchiusi” in un cenotafio. Il ricordo di un viceré e della sua famiglia a Napoli. È il monumento funebre di don Pedro de Toledo. Dal 1570, anno in cui fu ultimato, è nella pontificia reale basilica di san Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio. Basilica che proprio don Pedro volle far costruire. Oggi, dopo anni di incuria, è stato nuovamente presentato alla città.

I lavori di restauro nella Basilica hanno avuto il via nel 2018. Hanno interessato, oltre il Monumento, anche il portone, i tre monumenti funebri alle spalle di quello di don Pedro, il tetto, il cancello d’ingresso e le appliques in bronzo. Sono serviti più di 600.000 euro. Un lavoro impossibile senza il supporto del Gruppo Capri

Il monumento fu ordinato da don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga intono al 1550. Per uno strano scherzo del destino, però, non sarebbe mai stato utilizzato dal nobile spagnolo. Il viceré, infatti, morì a Firenze il 22 febbraio 1553, vent’anni prima che l’imponente struttura venisse completata. Don Pedro venne così sepolto nella città medicea. 
 
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Al suo posto, in questa opera d’arte senza tempo, vi trovò probabilmente posto il figlio García. Il gruppo scultoreo raffigura con don Pedro anche la sua consorte, María Osorio y Pimentel.

La nobildonna, morta nel 1539, fu inizialmente sepolta in basilica. In seguito, anche il suo corpo venne traslato nel monumento. 

 
Il monumento, eterno ricordo della potenza del viceré e del suo casato, è a forma quadrata, con un basamento decorato e con quattro capitelli corinzi. Sugli angoli poggiano le statue allegoriche delle quattro virtù cardinali: temperanza, prudenza, fortezza e giustizia. Nella parte superiore sono poggiate due statue inginocchiate: don Pedro e donna Maria. Tra loro, un elmo piumato.
 
Il blocco è caratterizzato dai quattro bassorilievi presenti, uno per lato. Sul primo, quello anteriore, è posta un’iscrizione che riporta, tra le altre informazioni, la data di completamento dell’opera, il 1570. Il bassorilievo di sinistra rappresenta la Battaglia di Otranto del 1538, quello di destra mostra la Vittoria di baia del 1544 contro il Barbarossa. L’ultima scena, quella nella parte posteriore che dialoga con le altre tre tombe monumentali, mostra i festeggiamenti per la venuta di Carlo V a Napoli nel 1535. 
 
«Il lavoro che si conclude oggi è cominciato con il restauro del portone del Cinquecento. – dichiara Alberto Sifola, presidente di Friends of Naples – Siamo poi passati alle capriate e piano piano siamo arrivati alla pulitura del monumento e delle tre tombe che gli fanno da corona sul retro. Siamo molto felici, oggi più che mai. La chiesa è aperta al pubblico anche grazie al lavoro di don Gino Pecoraro, che è sempre in pista e fa onore a tutti i nostri sforzi. Sforzi iniziati dai tre governatori della Reale Arciconfraternita».
 
«La restituzione è fondamentale. Siamo in uno, poi, dei luoghi più simbolici della città. – commenta Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli – Un luogo legato ad un periodo storico, quello del vicereame spagnolo, legato ai grandi cambiamenti di Napoli. Questa è la restituzione di una delle opere più belle del Cinquecento napoletano che finalmente potrà tornare a disposizione dei napoletani e dei turisti».
 
«Per noi dell’Ambasciata di Spagna il restauro è importantissimo. – aggiunge Carlos Tercero, Consigliere Affari Culturali dell’Ambasciata di Spagna in Italia– Abbiamo visto la potenza di questo monumento nel cuore di Napoli, in questo posto simbolico. Questa chiesa è molto legata alla storia di Spagna. Nel nostro presente è forte il legame tra la Spagna e Napoli. Noi vogliamo che questo legame continui, che non sparisca mai».
 
I lavori sono stati possibili grazie all’impegno di Capri Group, mecenate dell’Associazione Friends of Naples. Durante la conferenza stampa sono stati presentati i futuri lavori che vedranno ancora coinvolta l'Associazione. È stato anche anticipato un progetto su don Pedro che avrà come attori Napoli, Firenze e la Spagna. 
 
A presenziare all’inaugurazione anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, i governatori della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli de Vargas Machuca, Caracciolo di Melissano e de Lutio di Castelguidone, il presidente di Friends of Naples Alberto Sifola, il professore di storia dell’arte dell’Orientale Riccardo Naldi e Nunzio e Anna Colella di Capri Group. Non sono mancati rappresentanti spagnoli.

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