Benevento, Santi Quaranta invaso dalle erbacce: «Impossibile addentrarsi nel sito»

Si punta a rimuovere i due serbatoi lasciati nell'area

Santi Quaranta invaso dalle erbacce «Impossibile addentrarsi nel sito»
Santi Quaranta invaso dalle erbacce «Impossibile addentrarsi nel sito»
di Antonio Martone
Mercoledì 3 Aprile 2024, 08:10
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Santi Quaranta quasi inaccessibile nel weekend di Pasqua. L'importante area archeologica nel cuore del centro storico, a pochi metri dal santuario della Madonna delle Grazie, era quasi impraticabile a causa dell'erba selvatica altissima cresciuta in via Ursus, stradina che conduce al monumento e all'interno dell'area stessa, che versa ormai in stato d'abbandono da mesi, come dimostrano anche i rifiuti abbandonati dai soliti incivili. Quasi invisibili all'interno del perimetro, sempre a causa della vegetazione, il criptoportico di epoca romana e le vestigia della chiesa medievale dei Santi Quaranta, il cui culto si diffuse a Benevento proprio in seguito all'arrivo in città delle reliquie di Sant'Eliano. Nei mesi scorsi, come è noto, c'erano stati interventi di bonifica ordinati dall'assessorato comunale all'ambiente ma la mancanza di controlli e soprattutto di manutenzione ha rideterminato l'attuale situazione.

A rendere il quadro ancora più desolante la questione dei due serbatoi eternit abbandonati da svariati mesi in corrispondenza dell'ingresso del sito, un caso noto a tutti e che da anni è trattato da associazioni, giornali, opposizione e dalla stessa amministrazione comunale, ma che resta irrisolto, malgrado promesse e diverse prese di posizione.

«Con l'erbaccia alta è impossibile addentrarsi nel sito.

Inoltre, le vasche sono sempre lì dice Felice Presta, presidente dell'associazione Sannio Report . Ricordo che l'assessore, lo scorso anno, aveva dichiarato che stava seguendo la situazione e se la nuova proprietà non avesse provveduto a rimuoverle, avrebbe provveduto come Comune e agendo in danno. Per Santi Quaranta ci sarebbe bisogno di una programmazione di interventi e gestione che duri tutto l'anno e di progetti da parte dell'assessorato alla cultura».

Il paradosso riguarda il fatto che il terreno in cui sono abbandonate le vasche è di proprietà dello Stato. La nuova proprietaria, infatti, come accertato in seguito a ricerche commissionate dallo stesso sindaco Clemente Mastella anche presso gli uffici catastali, è l'Amco spa, società con sede legale a Napoli, detenuta al 99% dal Mef alla quale è stata ceduta da Intesa Sanpaolo Provis, che era appunto la vecchia intestataria. In effetti, il Comune non avrebbe carta bianca per programmare e progettare, visto che si tratta di rifiuti speciali e pericolosi il cui trattamento coinvolgerebbe Asl e Arpac.

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«Proprio alla luce della complessa situazione legale e logistica spiega l'assessore Rosa abbiamo fatto tentativi bonari per risolvere la questione. Considerato l'esito negativo ho dato disposizione agli organi competenti di emettere un'ordinanza in danno. A breve, concordando con gli enti competenti, saranno rimossi i due serbatoi. In merito al taglio dell'erba, le piogge miste a sole delle ultime settimane hanno accelerato la crescita ma per metà mese sarà tutto sistemato. Anche noi ci teniamo a Santi Quaranta dove, però, c'è una situazione complicata. Per i terreni del sito, esiste una lunga sfilza di proprietari, tutti privati, che naturalmente hanno scarso interesse alla manutenzione, visto che si tratta di suoli inutilizzabili per qualsiasi motivazione essendo vincolati dalla Soprintendenza».

La proposta per il futuro

Il fondatore e portavoce di «Benevento Città Nascosta», Maurizio Bianchi, gruppo che sui social conta oltre 3.000 membri, lancia delle proposte per il futuro del sito. «Innanzitutto il Comune non ha mai provveduto a installare una segnaletica per aiutare i visitatori a individuarlo e poi per la gestione e combattere il fenomeno degli sversamenti bisogna prevedere un servizio di videosorveglianza. Si tratta di un monumento prezioso anche per la sua particolare storia che, invece, erroneamente viene dimenticato da sempre, senza un perché».
 

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