Piazza del Plebiscito e i tavolini e le botteghe per artigiani, dove eravamo rimasti? Piazza del Plebiscito e l'Ipogeo: perché è ancora nascosto ai napoletani e al mondo che brama per vedere e vivere nelle viscere della piazza simbolo? Tutto fermo. Si è fantasticato per anni di un Plebiscito modello Venezia, ovvero piazza San Marco, ma al momento tutto è rimasto solo sulla carta. I tavolini non si sono mai visti e meno che mai si è visto un progetto. Anche per l'ostracismo - per esempio - di alcuni sovrintendenti. Si ricorderà la querelle sull'illuminazione del sito da parte di Giorgio Cozzolino - in carica dal 2013 al 2015 - per lui la piazza non andava illuminata perché con troppa luce si perdeva l'effetto «romantico della passeggiata serale». Ma la piazza con poca luce era teatro di aggressioni. Oggi il sindaco Gaetano Manfredi ha ripreso in mano il dossier di piazza del Plebiscito e si interroga sul perché dal 2017 - anno in cui Carmine Piscopo, ex assessore all'Urbanistica di Luigi de Magistris riuscì a far partire i bandi per riempire i locali del colonnato della Chiesa di San Francesco di Paola - quei locali non sono mai stati riempiti. Ovvero perché la città non ha risposto alla chiamata («ma si registra una gestione in passato assolutamente non idonea della Prefettura» attacca il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli). L'ex rettore promette che il registro cambierà e svela il piano e le sue mosse: «Bisogna creare degli attrattori culturali come il completamento dei lavori dell'Ipogeo. È nostra intenzione creare uno spazio museale espositivo di alto livello e questo consentirà di avere un attrattore turistico importante a piazza del Plebiscito che crea anche occasioni di lavoro per chi investe li. È un discorso che va visto in maniera integrale per creare un'insula che è la parte monumentale». Manfredi rimarca un altro problema storico: «Quello dell'illuminazione che stiamo affrontando con la Sovrintendenza e che riguarda il centro storico è un problema di gestione complessivo della piazza». Manfredi per insula - quella in superficie - intende il triangolo Teatro San Carlo, piazza Plebiscito e Galleria. E per strutturarlo la sua prima mossa sarà questa: «Convocare i bottegai di piazza del Plebiscito, per capire cosa li ha spinti a desistere rispetto alla possibilità di investire sotto le volte del colonnato». Poi puntare alla «creazione di una grande area espositiva e monumentale, in grado di fare da attrattore turistico». Pensa alla parte in superficie il sindaco, ma guarda anche all'Ipogeo a quegli spazi multitasking per fare cultura e creare sviluppo. Ma cosa c'è sotto la piazza simbolo?
L'Ipogeo è uno spazio che riproduce, sotterraneamente, le stesse dimensioni della chiesa sovrastante, ovviamente un po' più schiacciate.
Le possibilità che offre l'Ipogeo sono tante e l'obiettivo dovrebbe essere quello di sfruttarle per offrire ai napoletani e ai turisti occasioni culturali e spettacolari. Per fare questo occorre puntare sulla vivibilità degli spazi storici e la loro utilizzazione costante. Ipogeo che è già stato teatro di alcune scene del film su Giacomo Leopardi di Marco Martone Il giovane favoloso. Fu in quelle giornate di ormai otto anni fa che la parte ipogea della piazza iniziò a essere disvelata all'esterno, ai napoletani e al mondo intero. Di più c'è un percorso che potrebbe collegare, come una Napoli sotterranea bis, la piazza con Chiaia dove c'è la Galleria borbonica.