Saldi a Napoli, partenza nel caos: negozi vuoti e flop affari

Saldi a Napoli, partenza nel caos: negozi vuoti e flop affari
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 22 Luglio 2020, 09:15 - Ultimo agg. 09:16
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Saldi sì, saldi no. Gli stessi esercenti, ieri, con le idee un po' confuse, servivano i pochi clienti delle vie dello shopping semideserte. Tra corso Umberto, via Toledo, via Chiaia e via Calabritto la disinformazione è tanta, la gente in strada è poca, e in pochi sanno dei saldi. Le scritte sulle vetrine sono molte e di molti tipi: Promozione, senza saldi non si cantano messe, saldi al 70%, oppure solo 50%. Poi quelle più fantasiose come Black Covid anziché Black Friday. In sostanza, ieri è stata la prima mattinata ufficiosa di saldi in Campania. L'ufficialità è arrivata verso ora di pranzo: «La Conferenza Stato-Regioni - chiarisce Pasquale Russo, direttore di Confcommercio Napoli - dopo l'ok che ha dato alla Campania per la partenza dei primi saldi post-Covid (la prima iniziativa in questo senso è stata della capogruppo di M5S in Consiglio regionale Valeria Ciarambino, ndr), ha trasmesso solo ieri a Palazzo Santa Lucia il verbale della riunione in cui si anticipava la data dei saldi. In seguito, la Regione ha emesso un provvedimento di apertura dei saldi al 21 luglio». La perdita del settore moda - dati Confesercenti - è di 4,7 miliardi.

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Causa Covid i saldi dovevano partire il primo agosto, ma l'anticipo di una settimana circa non convince tanti imprenditori. L'umore è sempre lo stesso, in tutte le zone dello shopping cittadino e a tutte le latitudini di target, prezzi e portafogli: «Non ero informato - dice Antonello Martone di Francesco Martone in corso Umberto - ho visto la notizia su Google e ho messo la scritta saldi in vetrina. Di fatto, se questo è il primo giorno di saldi noi non ce ne siamo accorti. La gente non lo sa. La capacità di spesa è molto ridotta e, parliamoci chiaro, chi può spendere è andato al mare. In ogni caso in questi mesi ci sono state le promozioni». «Da stamattina - racconta Giuseppe Molino, responsabile di Fusaro in via Toledo - ho avuto un solo cliente. Lo Stato si è mosso lentamente: hanno spostato i saldi ad agosto, ma per me era più giusto lasciarli a luglio come nel 2019. Anzi dovevano anticiparli a maggio. A luglio 2020 ho incassato il 70% in meno rispetto a luglio 2019. Il tutto senza agevolazioni su fitti e tasse, esclusi i costi di sanificazione». Come detto, non in tutte le vetrine svetta il cartello saldi.

«La verità? - ammette Salvatore Romano di Dieci Dieci, sempre in via Toledo - Non ci abbiamo capito molto. Infatti io non ho ancora messo la scritta saldi. In ogni caso, un mese non ci basterà per liberarci di tutta questa merce accumulata in due mesi e mezzo di lockdown».
 


«Vedo grande demagogia intorno al tema dei saldi - commenta Liliana Langella, presidente provinciale Aicast - Prima le grandi associazioni sono risultate concordi nell'ambito della mediazione nazionale che fissava la partenza al primo agosto, poi sono tornate sui loro passi. Oggi chiedono una sorta di pietà politica per anticipare di 10 giorni la data, una scelta che considerato il periodo avrà un impatto molto relativo sull'economia del commercio al dettaglio». Insomma, gli sconti ci sono e i clienti no. Vetrine tutt'altro che prese d'assalto, da Toledo alle vie delle griffe, tra via Calabritto e via Chiaia. Il caldo, la paura del Covid e le difficoltà di misurazione degli abiti, la crisi economica: sono tante le cause di una ripartenza che non ingrana per la vendita al dettaglio. E poi c'è l'e-commerce, l'unico settore in crescita dell'abbigliamento: molti comprano online, senza contatti fisici con i tessuti in negozi su strada. Il 28 luglio l'Associazione nazionale ambulanti annuncia una manifestazione a Roma «affinché il Governo conceda agli enti locali di esentare il pagamento di Cosap e Tosap viste le conseguenze dell'emergenza sanitaria», dice il presidente regionale dell'Ana Campania Salvatore Guerriero.

Secondo Confesercenti, la perdita del settore moda in Campania nei primi 6 mesi del 2020 è di 4,7 miliardi rispetto all'anno scorso (con un fatturato che a luglio 2019 arrivava a 8 miliardi). «Un momento drammatico - commenta Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania - solo lievemente alleggerito dai saldi.
Siamo preoccupati: gli imprenditori non possono investire e quindi si sottraggono al ruolo di consumatori. E poi molti lavorano da casa, c'è poca gente in giro anche nelle vie dello shopping. L'Istat prevede che in Italia il 40% delle imprese chiuderà a settembre. Temiamo che in Campania il numero sarà ancora più alto, e arriveremo al 50%. Chiediamo al governo di intervenire subito».

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