Turismo, cifre record e avanzano gli stranieri: «Napoli la più visitata»

I risultati del report elaborato da Svimez: «Arrivano qui da ogni parte del mondo»

Turisti a Napoli
Turisti a Napoli
di Nando Santonastaso
Martedì 7 Novembre 2023, 23:35 - Ultimo agg. 9 Novembre, 07:30
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La percezione, assai diffusa in questi ultimi mesi, ora è anche un dato statistico. A Napoli arrivano più turisti stranieri che italiani, il 55% contro il 45%. Lo si poteva intuire da alcuni indicatori di settore, primo tra tutti il boom di arrivi e partenze dall’aeroporto di Capodichino, ma lo studio elaborato dalla Svimez su fonti Istat per conto di Confcommercio Campania e presentato ieri nell’assemblea della Confederazione alla Stazione Marittima, toglie ogni dubbio. «Ce ne accorgiamo camminando per strada – dice il sindaco Gaetano Manfredi – si sentono lingue di tutto il mondo. Anche la narrazione della nostra città sui grandi media internazionali è straordinariamente positiva». Ma non è l’unico elemento di novità del report illustrato per Svimez dal direttore Luca Bianchi e dal professor Gaetano Vecchione.

Negli ultimi sei mesi, in particolare, gli stranieri che scelgono Napoli ci restano più giorni rispetto al recente passato e spendono maggiori risorse. Eloquenti i numeri: la Campania (al 2022) già risultava la prima regione al Sud per la spesa dei viaggiatori stranieri con oltre 2 miliardi e 500 milioni ma nel raffronto tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo 2023 il rimbalzo è ancora più evidente. Parliamo di un incremento di presenze del 26,13% e della spesa del 30,84%, valori ampiamente superiori alle medie nazionali. Il recupero rispetto al periodo pre-Covid è praticamente completato almeno per i flussi turistici internazionali, gli unici al momento di cui si può ragionare su dati certi. 

Ma in linea generale se è vero, come spiega Bianchi, che l’impatto dei turisti stranieri è polarizzato praticamente su Napoli (65%) con Salerno al 27%, è anche vero che «la crescita accompagna tutto il territorio campano e questo è un elemento importante perché vuol dire differenziare.

Chi viene a Napoli va anche altrove, o fa una giornata al mare oppure va a Pompei».

In altre parole, la Campania sta superando lo shock pandemico (18 milioni di visitatori nel 2022) ma il turismo rimane ancora sottodimensionato. E, come spiega il presidente di Confcommercio Campania, Pasquale Russo, non va dimenticato «che al di là di ciò che salta all’occhio, bisogna sempre fare una differenza sostanziale tra i turisti e i visitatori. Noi dobbiamo puntare ad avere più turisti che spendono sul nostro territorio. Quindi, è necessaria una diversa programmazione, una valorizzazione anche delle aree interne e stando bene attenti al tipo di turismo che riusciamo a intercettare». Tema sul quale è in piena sintonia l’assessore regionale Felice Casucci: «Abbiamo delle responsabilità rispetto alle aree interne e ai movimenti turistici che devono riguardarle ma soprattutto rispetto alla regolamentazione dei flussi turistici e all’emersione dall’abusivismo».

Il ragionamento trae spunto da uno dei dati più interessanti del report Svimez. La proliferazione continua degli esercizi extra-alberghieri sembra ormai aver sostituito gli alberghi di fascia bassa. «Gli alberghi costituiscono il 19% dell’offerta turistica in Campania con il 54% del totale dei posti letto ma gli extra-alberghieri sono arrivati all’81% pur offrendo solo il 46% dei posti letto». Sono percentuali su cui riflettere perché rafforzano la convinzione che l’offerta turistica campana si gioca sulla qualità: «È un fenomeno che va gestito attentamente perché il rischio che provochi danni all’immagine del settore è evidente.

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Per fortuna la crescita degli alberghi a 4 e 5 stelle anche in Campania è un segnale importante» dice Bianchi. Oltre tutto, allargando lo sguardo agli altri Paesi turistici europei, ci si accorge che il Mezzogiorno può davvero fare di più: con le 4,3 presenze turistiche per abitante, è infatti vicino a Germania (5,3), Francia (6,6) e Portogallo (7,5). Si tratta allora di «supportare questa tendenza con politiche adeguate» dice Svimez, a partire dal livello infrastrutturale (e sotto questo punto di vista la prossima apertura dell’aeroporto di Salerno sembra una risposta efficace, decongestionando Capodichino e generando passeggeri addizionali per la Costiera). «Usiamo la leva del Pnrr – aggiunge il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – perché il turismo è una straordinaria risorsa per la crescita e il benessere economico del Mezzogiorno: e se non cresce il Sud non cresce il Paese».

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