Voragine al Vomero, tempi lunghi e caos traffico: «Fate presto»

Solo al termine delle indagini sarà possibile consentire la ricostruzione della strada

La voragine di via Morghen
La voragine di via Morghen
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Lunedì 26 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:33
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Ci sono settanta persone sfollate che attendono di rientrare in casa, nell'edificio di via Morghen 63 che si trova ai margini della gigantesca voragine che ha devastato la strada, la vita dei residenti e anche la viabilità collinare.

A quelle settanta persone è stato ufficialmente chiesto di provvedere autonomamente alle perizie sulla stabilità dell'edificio che consentiranno di ottenere il permesso a rientrare nelle case. Tutti gli abitanti sono stati raggiunti da un'ordinanza di sgombero che prevede una perizia autonoma da parte di chi ha subìto il danno, per ottenere il permesso a tornare sotto al proprio tetto. La specifica questione è stata reiterata anche nelle ordinanze sulla nuova viabilità, nelle quali viene precisato che i percorsi automobilistici variano «...nelle more degli esiti delle verifiche tecniche a cura dei Condominii interessati e degli uffici preposti, nonché alla necessaria comunicazione dell'eliminato pericolo». Insomma, chi vuol recuperare il proprio letto deve procurarsi un certificato di eliminato pericolo per un pericolo che è stato causato da altri. 

Già, ma chi è il responsabile per quell'evento che solo per un caso fortuito non si è trasformato in tragedia? Lo stabilirà la Procura della Repubblica che ha avviato un'indagine ed ha affidato i primi rilievi a due consulenti.

Il fascicolo è affidato ai pm Federica D'Amodio, l'aggiunto è Simona Di Monte.

Proprio D'Amodio, venerdì scorso, ha partecipato a uno dei sopralluoghi dei tecnici, accompagnata anche dal comandante della Compagnia Carabinieri del Vomero, Sergio Vaira. Allo stato attuale si indaga contro ignoti con l'ipotesi, per il momento, di disastro colposo.

Solo quando i periti avranno idee definitivamente chiare si deciderà quali nomi sostituire agli attuali ignoti. Le piste sono sostanzialmente due: la manutenzione dei sottoservizi e la possibile presenza di allacciamenti privati nell'area dove si è verificata la voragine. Inizialmente si era paventata l'ipotesi che il disastro fosse stato causato dalle condotte fognarie malmesse, ma fin dalle prime ore dopo l'evento è stato possibile verificare che la struttura fognaria non presentava danni tali da aver generato quello sprofondamento. 

 

C'è fermento nell'area della voragine, operai e tecnici sono al lavoro fin dai primi momenti. Però non è possibile ipotizzare un'accelerazione delle opere fino a quando la Procura non avrà completato le indagini. Solo al termine di ogni possibile verifica sarà possibile consentire la ricostruzione della strada, anche perché, allo stato attuale, tutta la zona è sotto sequestro e l'accesso agli operai viene consentito esclusivamente per le operazioni di massima urgenza.

Nessuno a palazzo San Giacomo si sbilancia sui tempi di possibile riapertura di via Morghen. Le maestranze intorno al cantiere spiegano che i tempi saranno lunghi, ipotizzano almeno un paio di mesi, anche se non hanno idea di quando si potrà procedere realmente al ripristino.

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Nel frattempo il traffico nella parte alta del Vomero, dopo qualche giorno di drastica diminuzione dei transiti nei giorni successivi alla voragine, s'è presentato con tutta la sua forza durante il week end. Le strade del percorso alternativo per oltrepassare via Morghen vietata, sono strette e sono state riadattate al percorso a doppio senso. Vengono quasi costantemente presidiate dalla polizia municipale, però nei rari momenti in cui i vigili non ci sono, torna il caos. È successo, ad esempio, ieri all'ora di pranzo quando un fiume di persone si è riversata a San Martino per godersi il sole e il panorama e poi, in contemporanea, ha lasciato il belvedere per correre a pranzare in tempo prima della partita del Napoli: momenti di caos e paralisi del traffico risolti man mano che s'avvicinava l'ora della partita. 

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