«Sto qui dalla mattina alla sera - si sfoga Ferdinando Avella - e la mia storia personale e professionale è nota ai più. Non voglio difendere la mia poltrona ma nemmeno mi va di passare per ciò che non sono». Poi prosegue: «Non è vero che gestisco un solo posto letto. A questo, infatti bisogna aggiungere i due di Day hospital e i 13 di dialisi che non figurano in quell'elenco essendo definiti posti tecnici. La denominazione corretta è infatti Nefrologia e Dialisi. Dispiace quindi apprendere che il reparto, nato 40 anni fa, sia stato additato come la pietra dello scandalo pur essendo consapevole che le inadempienze della Regione sono tante e diffuse. È amaro da vittime diventare carnefici».
Si difende Avella, pur non essendo imputato e soprattutto tiene a sottolineare che i pazienti nefropatici ricoverati in medicina sono oltre il 30 per cento: «Potrei fregarmene - insiste - visto che il mio contratto scade nel 2019 e che sono pure già pensionabile ma è una questione di amor proprio e tutto questo proprio non mi va giù».
Ferdinando Avella, 65 anni a luglio, è titolare del reparto dal 1999 dopo aver superato un concorso. Prima di lui un primario c'è sempre stato. Il reparto di nefrologia nacque nel 1974 anche se entrò ufficialmente in funzione solo dopo 5 anni. Prima dello scandalo dei primari senza pazienti, un altra vicenda paradossale ha interessato il pronto soccorso, da qualche giorno trasferito di nuovo nel sottoscala. Ristrutturato da meno di un anno e mezzo, è diventato di nuovo un cantiere perchè il pavimento, non realizzato a regola d'arte. Ci vorranno 15 giorni per rimettere le cose a posto.