Acerra, affollata e senza comfort
ma la Rsa rimane aperta

Acerra, affollata e senza comfort ma la Rsa rimane aperta
di Pino Neri
Mercoledì 15 Settembre 2021, 09:41
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Si sa che soprattutto in questi tempi di Covid le Rsa costituiscono l'anello più drammaticamente debole del sistema assistenziale. E le case di riposo sono finite di nuovo al centro dell'attenzione nel territorio a nord di Napoli a causa di un'operazione dei carabinieri del Nas, il Nucleo Anti Sofisticazioni. I militari hanno ispezionato una casa di riposo di Acerra riscontrando una decina di violazioni, anche di norme anti Covid: sovraffollamento non autorizzato, inesistenza di un piano anti Coronavirus, mancato rispetto dell'abbattimento delle barriere architettoniche, assenza di ascensori. I militari hanno anche verbalizzato di aver trovato tre anziani allettati quando invece la struttura non sarebbe attrezzata né autorizzata ad ospitare persone non autosufficienti. Sempre secondo i Nas diverse stanze che ospitano i vecchietti soli e bisognosi di assistenza adeguata sono risultate prive di sedie, poltroncine e tavoli.

Il controllo dei NAS è stato effettuato il 16 agosto scorso. Ma solo il 10 settembre il Comune ha preso una decisione: l'ente ha infatti sospeso l'autorizzazione a esercitare l'attività di residenza per gli anziani. Il provvedimento di «sospensione dell'autorizzazione al funzionamento della comunità alloggio per anziani» è stato pubblicato sull'albo pretorio digitale della municipalità, sito web consultabile da tutti. Nello stesso sito si specifica che la Rsa ispezionata e sanzionata stava operando grazie a una determinazione dirigenziale risalente al 2013.

Nella Rsa i carabinieri hanno riscontrato una serie davvero impressionante di anomalie: sei anziani ospitati in più rispetto ai sedici autorizzati, tre anziani allettati che i militari hanno ritenuto non autosufficienti e quindi non compatibili e poi il mancato aggiornamento del registro degli ospiti, l'assenza di un tavolo scrittoio con sedia in cinque camere, assenza di una poltroncina per ogni letto in quattro stanze, pavimenti senza antisdrucciolo nel locale per il personale notturno, mancanza di interruttori elettrici visibili al buio, di idonei sistemi per l'orientamento, di una guida e di sicurezza per i non vedenti nel locale destinato al personale notturno, mancanza di ascensore, mancata esibizione della carta dei servizi e, dulcis in fundo, assenza di procedure standardizzate per la gestione della pandemia.

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Il provvedimento comunale di sospensione consente la prosecuzione delle attività ma obbliga il proprietario della struttura a trasferire entro dopodomani in altri impianti omologhi i sei anziani risultati in sovrannumero. Nel frattempo, entro tre mesi a far data dal 10 settembre dovrà essere garantito nella casa di riposo l'effettivo rispetto della legge sull'abbattimento delle barriere architettoniche previsto per le case di assistenza agli anziani e dovrà essere presentato il piano anti Covid. Dovrà anche essere installato un ascensore. In un altro documento il Comune specifica di aver comminato una multa di 1000 euro, in un primo momento fissata a 5mila euro ma alla fine ridotta. Scelte dunque davvero morbide se si considera che è lo stesso ente a scrivere che la struttura ispezionata dai NAS aveva già violato la carta dei servizi, due anni fa, nel 2019. «A questo punto - commenta l'attivista Alessandro Cannavacciuolo - mi chiedo perché il Comune abbia rilasciato i permessi».
 

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