«Aids, controlli in calo e in Campania crescono le infezioni»

L'allarme del Cotugno: più casi tra gli under 40

«Aids, controlli in calo e in Campania crescono le infezioni»
di Ettore Mautone
Mercoledì 30 Novembre 2022, 09:32
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Non solo Covid: nei reparti di malattie infettive si continuano a vedere casi di Aids. Al Cotugno di Napoli, tornato ad occuparsi di tutta l'infettivologia clinica, nel 2020 e nel 2021, a fronte di un numero inferiore di test di controllo si sono registrate più infezioni scoperte in una fase di malattia più avanzata a causa del ritardo diagnostico dovuto al lockdown.

Il trend è considerato preoccupante in quanto i casi sono sottostimati per aver risentito dell'emergenza Covid. «Se nel 2020 gli accessi in ospedale per i controlli e i test di positività erano stati 664 e 52 i casi di infezione riscontrati - avverte Vincenzo Sangiovanni, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive dell'immunodepresso del polo infettivologico partenopeo - nel 2021, su 564 accessi (100 in meno dell'anno precedente) sono state 57 le positività su un totale, in Campania, di 169 nuovi casi complessivi.

Quest'anno, al mese di novembre, il numero di richieste di controlli in ospedale per visite e test di sieropositività è sceso a 358 ma si registra un aumento del numero delle positività». Nel 2020 e nel 2021 la pandemia da Sars-Cov-2 ha tenuto (e continua a tenere) lontani i pazienti sieropositivi dall'ospedale.

«A causa del Covid - spiega Sangiovanni - molti pazienti hanno rinunciato ad un percorso di indagine precoce e sono arrivati da noi con forme di infezione già avanzata, o addirittura, in alcuni casi, di Aids già conclamato, anche in pazienti under 40». Dal Cotugno arriva anche un allarme relativo alle modalità di trasmissione del virus che oggi si diffonde soprattutto a causa di rapporti non protetti in coppie eterosessuali. I più colpiti a Napoli e in provincia risultano i quarantenni, ma anche i giovanissimi che, spesso, ignorano del tutto il problema, ritenendo l'Aids una malattia scomparsa. «Benché a tutt'oggi non esista una terapia capace di eradicare il virus arrivare ad una diagnosi precoce è essenziale» aggiunge Elio Manzillo, direttore dell'unità complessa di Malattie infettive e dell'immigrazione. Rispetto agli anni Ottanta e Novanta, abbiamo terapie che consentono una vita normale ai sieropositive. I farmaci antiretrovirali sono efficaci e in grado di controllare la replicazione virale ritardando l'insorgenza e, in alcuni casi, consentono di non arrivare mai alla fase conclamata».

Per sensibilizzare i giovani alla prevenzione e spingere i controlli domani, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, medici del Cotugno e volontari dell'associazione Antinoo Arcigay di Napoli saranno in piazza San Domenico Maggiore, dalle 9 alle 21, per l'iniziativa «Pizza & Test» per effettuare test rapidi gratuiti per Hiv e sifilide. Al Cotugno è attivo il Gruppo C per gli screening in anonimato. Tutti i lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9 alle 12, è possibile effettuare il test anonimamente e senza impegnativa del medico di base. «Il tema dell'Hiv è oggi ancora presente soprattutto nelle scuole - conclude Anna Iervolino, direttore generale dell'Azienda ospedaliera dei Colli - i giovani devono sapere dei rischi a cui vanno incontro in caso di rapporti non protetti ed essere preparati e pronti a difendersi da un nemico che, a torto, tutti oggi ritengono ormai superato».

«I dati ministeriali aggiornati proprio ieri - chiarisce Guglielmo Borgia, docente onorario della Federico II, responsabile del centro di riferimento Aids della Regione Campania - disegnano dal 2012 un trend in costante calo diventato più evidente dal 2018 grazie al lavoro di sensibilizzazione fatto negli anni. Nel 2020 e 2021 il Covid-19 potrebbe aver comportato una sottodiagnosi e non bisogna abbassare la guardia. Nel 2021 più di 1/3 delle persone con nuova diagnosi ha scoperto l'infezione a causa della presenza di sintomi. «In questi due anni di pandemia non siamo stati con le mani in mano - conclude - la Campania è una delle poche regioni virtuose. Abbiamo continuato a fare formazione per il personale medico e infermieristico, redatto le linee guida dell'assistenza domiciliare per i pazienti avanzati, stipulato un protocollo per la profilassi pre e post esposizione e nel 2023 andremo anche nelle carceri».
 

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