«Amministratori sotto Tiro», Campania prima regione per numero di intimidazioni

«Amministratori sotto Tiro», Campania prima regione per numero di intimidazioni
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 5 Novembre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 6 Novembre, 07:06
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La Campania si aggiudica per il quarto anno consecutivo il triste primato di regione nella quale si registra il più alto numero di amministratori locali minacciati. Ma, almeno per una volta, la camorra non c'entra. Il dato è emerso ieri dal rapporto Amministratori sotto Tiro, realizzato da Avviso Pubblico attraverso il monitoraggio delle notizie di stampa locali e nazionali, delle interrogazioni parlamentari e raccogliendo le segnalazioni dei propri coordinamenti territoriali.

Partiamo dai numeri.

La nostra regione conta nell'ultimo anno il maggior numero di minacce aggiudicandosi il primato nazionale con 85 casi censiti (furono 92 nel 2019). Seguono Puglia e Sicilia con 55 atti intimidatori, che fanno segnare un evidente calo rispetto al 2019, rispettivamente del 23 e del 17 per cento. In discesa anche la Calabria (38 casi rispetto ai 53 del 2019), che prosegue un trend iniziato da alcuni anni. 

Al Nord il primato spetta invece alla Lombardia con 37 casi, nove in meno del 2019), seguita dal Lazio (36 casi, stabile). Chiudono le prime 10 posizioni Veneto (30 casi, uno dei pochi territori in aumento), Emilia-Romagna (25), Toscana (23) e Sardegna (21). Conferme anche a livello provinciale: il territorio più colpito si conferma Napoli con 46 casi, con un incremento del 12% rispetto al 2019. Seguono Salerno (21 casi), Roma (20), Milano e Foggia (16), Cosenza (15), Padova e Lecce (14), Bari e Messina (13). 

A confermare l'allarme è stata, sempre ieri intervenendo alla videoconferenza per la presentazione della decima edizione di Amministratori sotto tiro, lo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. «Nei primi nove mesi dell'anno - ha detto la titolare del Viminale - si sono registrati 142 atti intimidatori contro amministratori locali, il 16,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2020». Lo ha detto il L'aumento, ha ipotizzato il ministro, «può essere dovuto alla fine del lockdown con il riavvio delle attività che può aver contribuito ad esporre gli amministratori locali agli effetti del disagio sociale ed un ruolo potrebbe averlo avuto anche la ripresa della conflittualità politica dovuta anche alle elezioni di ottobre».

Ma attenzione: dei 142 atti censiti, soltanto quattro risultano avere come matrice la criminalità organizzata. «Non sottovalutiamo tuttavia - ha concluso Lamorgese - potenziali legami e dobbiamo continuare a sensibilizzare tutti a denunciare gli episodi, questa deve essere la parola d'ordine. Solo così le forze di polizia saranno nelle condizioni di difendere le funzioni di libera rappresentanza democratica». 

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Avviso Pubblico è una rete di enti locali nata nel 1996 che concretamente si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

In dieci anni l'osservatorio ha registrato migliaia e migliaia di atti intimidatori contro amministratori locali, alla spaventosa media di uno ogni 20 ore. Il 60% di essi si è registrato al Sud, nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia), ma dall'analisi dei dati emerge che non esistono territori immuni. La provincia di Napoli il territorio più bersagliato, con - in totale - oltre 300 intimidazioni.

«Dai 2-300 casi dei primi rapporti - hanno spiegato i curatori del rapporto - siamo arrivati ad oltre 500 casi annuali, con il raddoppio dell'incidenza al Centro-Nord». Le minacce arrivano dalla criminalità organizzata, ma sempre più spesso anche da comuni cittadini. Cambia anche la metodologia operativa di chi minaccia: e oggi sono soprattutto i social network il terreno di aggressione. In questo caso, molti episodi sono legati alla pandemia, con regole, restrizioni, chiusure, obblighi che innescavano reazioni contro gli amministratori, così come contro agenti delle polizie locali.

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