Appalti Covid, la svolta in 19 verso il processo: accuse al manager Asl

Appalti Covid, la svolta in 19 verso il processo: accuse al manager Asl
di Leandro Del Gaudio
Sabato 18 Giugno 2022, 10:49
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Informazioni riservate circolate prima della firma dei contratti; ditte che si muovono sui cantieri prima ancora di essere formalmente nella partita dei subappalti; e il tentativo di mettere in ordine le carte, dopo le prime segnalazioni e denunce nel corso del dibattito in Consiglio regionale. Sono questi i punti su cui battono gli inquirenti, che hanno notificato 19 avvisi di chiusa inchiesta a carico di manager pubblici e imprenditori privati, tutti coinvolti nei cosiddetti appalti per l'emergenza Covid. Tecnicamente si tratta dell'atto che fa da preludio ad una probabile richiesta di rinvio a giudizio, che potrebbe dare la stura al primo processo sulle scelte (per molti versi assunte in emergenza) che vennero adottate in quel marzo del 2020, quando Napoli e l'Italia erano immobilizzati in casa dall'avvento del Covid. Tra i diciannove indagati, spunta anche il direttore dell'Asl Napoli uno Ciro Verdoliva, all'epoca ai vertici della cosiddetta cabina di regìa anticovid. Falso e turbativa d'asta sono le accuse mosse, ovviamente a vario titolo, dai pm Antonello Ardituro, Simone De Roxas, Maria Di Mauro e Henry John Woodcock, in un fascicolo scandito dalle diverse acquisizioni di atti da parte dei finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria, agli ordini del generale Domenico Napolitano.



Parliamo di filoni di indagine nati anche sulla scorta delle denunce presentate dall'ex parlamentare Marcello Taglialatela, leader di Campo sud, che hanno investito alcune opere realizzate o rimaste a metà strada: parliamo degli ospedali modulari di Ponticelli (ricordate? Quelli che suscitarono gli applausi ai balconi) e di opere simili da realizzare negli ospedali di Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta e al Ruggi di Aragona di Salerno. Ma restiamo alle figure apicali raggiunte da questa vicenda. Difeso dal penalista Giuseppe Fusco, il dirigente della Asl Napoli uno Verdoliva dovrà rispondere di turbativa d'asta per aver firmato il procedimento amministrativo del 27 marzo del 2020. Scrivono i pm: «Antonio Bruno (coredattore) e Ciro Verdoliva (firmatario), al fine di motivare la scelta della società Siram (per il campo modulare), falsamente attestavano che quest'ultima azienda stava operando sul posto già dal 20 marzo del 2020, quale subappaltatrice della Med». Per gli inquirenti, ci sarebbe stata una falsa data indicata nei rapporti tra le aziende Med e Siram per garantire a quest'ultima di entrare nella gara.

Altra accusa è quella di falso, in relazione a una interrogazione in consiglio regionale (a firma di Maria Grazia Scala), che chiedeva informazioni sulla Siram che - stando all'esposto - lavorava a Ponticelli il 22 marzo del 2022, prima ancora della stipula del contratto.

A questo punto, in manager Antonio Bruno e Raffaele Esposito «convenivano di elaborare una nota, su richiesta di Verdoliva»; una nota - si legge oggi - che Bruno e Esposito convenivano di elaborare a cazzimma (dice uno dei due). È così che Bruno «escogitava l'espediente, per giustificare la presenza delle ditte che erano presenti sul cantiere», che evidentemente non ha convinto i magistrati. Accuse rivolte anche nei confronti di Roberta Santaniello, origini ad Avellino, esponente della cabina di regìa allestita per contrastare la pandemia in Campania. Anche in questo caso c'è l'accusa di turbativa d'asta, in concorso con manager del calibro di Claudio Ragosta, Santo Zaffiro e i fratelli imprenditori Alberto e Enrico Venturato, a proposito della precedura negoziata da 15 milioni di euro aggiudicata alla Med (sempre in relazione ai modulari dell'Ospedale del Mare). Quale componente della commissione di gara, avrebbe dato il via libera alla Med, per quanto - scrivono i pm - fosse a conoscenza del fatto che la ditta non aveva in dotazione i ventilatori, strumenti necessari per tenere in vita i malati di covid. Difesi, tra gli altri, dai penalisti Andrea Castaldo, Elena Lepre, Flavio Ambrosino, Bruno Botti, Giuseppe Fusco, tutti gli indagati ora potranno provare a ribaltare le accuse.

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