Arabi a Napoli, ora si investe; piace Palazzo Fuga: «Trattiamo a Riad»

Almunajjed, capo della delegazione: «Molto interessanti i progetti illustrati»

LA SFIDA Duecento proposte giunte per valorizzare l’Albergo dei poveri Promessa del ministro
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di Luigi Roano
Martedì 14 Maggio 2024, 23:30
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«Ci vediamo a Riad». Così il capo delegazione dell’Arabia saudita Kamel Almunajjed ha salutato il sindaco Gaetano Manfredi a Palazzo San Giacomo dove c’è stata oltre un’ora di colloquio. E Fulvio Bonavitacola - il vice del governatore Vincenzo De Luca - che ha ricevuto la delegazione intorno alle 11 nella Sala De Sanctis dell’ente di Santa Lucia. Un appuntamento al quale la Regione ha risposto subito, tanto che c’è già una possibile data per l’incontro: tra ottobre e novembre. Così come il sindaco ricevuto l’invito sta programmando la visita nella città saudita di Riad. C’è profumo di affari che si possono portare in porto sull’asse Arabia Saudita-Napoli e i sauditi sono d’accordo. «Affari? È la prima visita - risponde al riguardo Kamel Almunajjed - siamo ai primi passi. Se continuiamo ad avere rapporti ci sarà la possibilità di attivare sinergie reciproche e sicuramente ci sarà l’occasione di confrontarci visto che avete tantissimi progetti che sono molto interessanti». Insomma, il capo delegazione è interessato, ma per chiudere accordi e affari bisogna andare li a Riad, dal principe Mohammad bin Salman titolare del Fondo sovrano saudita da oltre 700 miliardi. In ogni caso i Sauditi sono rimasti colpiti dalla città e Almunajjed lo sottolinea: «Di tutte le cose che ho visto sono rimasto meravigliato e posso dire che l’accoglienza e l’ospitalità che ho ricevuto sono le migliori mai ricevute. Ho avuto modo di constatare in questi giorni che le imprese napoletane e campane sono molto disponibili ad avviare partnership, si tratta di veri imprenditori e questo aspetto della visita è molto vicino al nostro sentire».

La delegazione saudita è andata via, ma nelle valigette c’era un corposo “dossier Napoli” e una brochure in inglese dedicata esclusivamente a Bagnoli e poi un altro opuscolo con dentro tutte le altre opportunità che Napoli può offrire. La delegazione araba - questo trapela - ha «esplicitato la volontà di realizzare partnership, scambiare esperienze, puntare su investimenti industriali e organizzare progetti culturali». I sauditi - nella sostanza - sono interessati anche ad importare le nostre conoscenze, i nostri saperi ritenuti utili per le loro attività imprenditoriali sul territorio. Come quella trasportistica, la metro di Napoli è all’avanguardia, la linea 6 che aprirà tra due mesi e quindi cervelli, risorse umane qualificate. All’incontro hanno partecipato la vicesindaca Laura Lieto, l’assessore al Turismo Teresa Armato, il titolare della delega al Bilancio Pier Paolo Baretta e l’assessore alle infrastrutture Edoardo Cosenza. Per il consiglio comunale la Presidente Enza Amato. Manfredi ha lungamente esplicitato Bagnoli e il piano di rigenerazione urbana varato per quel sito.

Stesso approccio che il Comune sta avendo con l’area est. Però il diamante che ha colpito gli arabi è l’Albergo dei Poveri, all’interno del quale troverà casa un pezzo del Museo archeologico nazionale: c’è un investimento da 130 milioni a valere sui fondi Pnrr dirottati a Napoli dal ministro Gennaro Sangiuliano. Un sito culturale e di valore archeologico notevole ma gli arabi sono stati colpiti dal fatto che la struttura non sarà di esclusiva conservazione del patrimonio, ma un luogo aperto alla città.

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L’Arabia saudita sta investendo e molto sulle energie alternative al petrolio ed è toccato alla Lieto illustrare i piani di trasformazione della città che prevedono una particolare attenzione agli aspetti green, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica avviata dall’Europa. Quindi la vicesindaca è passata alla moneta urbana cioè «alle opportunità che possono derivare dalla valorizzazione del grande patrimonio pubblico di Napoli città che ha una grossa riserva di suoli pubblici e di immobili.Bonavitacola ha sottolineato alla delegazione saudita la situazione i grossi divari che ci sono ancora tra nord e sud. Immaginando però che la crescita dell’Arabia saudita che è la 18esima economia del mondo possa essere una opportunità per entrambe le parti, cioè la Campania e il Paese che si affaccia sul Golfo persico che appartengono al sud del mondo.

«Puntiamo a un capovolgimento di questo paradigma - spiega Bonavitcola - il Mediterraneo deve diventare il centro dello sviluppo e se è vero che loro non affacciano sul Mediterraneo è altrettanto vero che sono vicini, molto vicini». Per il vicegovernatore in questo contesto «c’è tutto il settore turistico e alberghiero in grande crescita e gli arabi potrebbero essere interessati non solo all’investimento, ma anche a portare un bacino di utenza aggiuntivo con una struttura alberghiera capitanata da loro. In questo modo sarebbe più facile portare dalle nostre parti turisti che oggi non vengono». E l’Arabia Saudita sta costruendo solo a Riad tre aeroporti. Bonavitacola pensa però che oltre al turismo ci sono altre possibilità. «Ai sauditi abbiamo detto che vogliamo fortemente sviluppare la rigenerazione urbana. Dopo 70 anni ci sono aree dismesse e appetibili per investimenti immobiliari, abbiamo fatto una legge urbanistica che consente questo tipo di possibilità».

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