Boscotrecase, uccise la vicina
con lo «strascino»: a 3 anni in Appello

Boscotrecase, uccise la vicina con lo «strascino»: a 3 anni in Appello
di Dario Sautto
Venerdì 18 Dicembre 2020, 09:17
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Oltre dieci anni per fissare un processo d'appello per omicidio preterintenzionale. Un'attesa infinita per i parenti di Rita Benigno (nella foto), la 47enne di Boscotrecase, morta dopo un lite condominiale. Un banale litigio scoppiato durante il trasloco della vicina di casa, Antonella Rabesco, con la quale per due anni erano state continue le questioni, quasi sempre legate ai «cani di grossa taglia» che la Benigno aveva in casa. Durante il pomeriggio del 21 marzo 2008, nel palazzo di via Matteotti, scoppiò l'ennesima e, purtroppo, tragica lite tra le due donne, che arrivano alle mani. Tutto partì dalla frase «finalmente te ne vai» che innescò la violenta reazione. Dal racconto dell'unica testimone, un'amica della Benigno, viene fuori una dinamica ritenuta attendibile: la Rabesco afferrò e strattonò la Benigno per i capelli, nel classico «strascino» da sceneggiata napoletana. Le due litiganti furono divise. Poco dopo, però, la 47enne accusò un malore.


Prima il trasferimento al pronto soccorso del vicino ospedale di Boscotrecase, poi il ricovero in terapia intensiva al San Giovanni Bosco di Napoli dove, dopo tre giorni, la donna morì per le conseguenze di un'emorragia cerebrale «causata dalla forte strattonata dei capelli» scrissero i consulenti della Procura dopo l'autopsia.

Un anno dopo, la Rabesco fu condannata in primo grado a due anni e undici mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Ma il processo di secondo, racconta l'avvocato Michele Riggi che ha rappresentato i familiari della vittima come parte civile, è stato fissato solo dieci anni dopo. Due giorni fa è arrivata la sentenza che ha confermato la condanna di primo grado.

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La giustizia è arrivata, ma dodici anni e mezzo dopo. Sempre con l'accusa di omicidio preterintenzionale andrà a processo, invece, lo stabiese Luigi Sansone, 49enne del rione Cicerone di Castellammare di Stabia. A luglio dello scorso anno, Sansone ebbe una furibonda lite con Vincenzo De Gregorio, netturbino 61enne residente al piano di sopra, per una perdita d'acqua. De Gregorio, cardiopatico, fu colpito ripetutamente all'addome con dei pugni. Accusò un malore, spirò poco dopo il ricovero per versamento ematico nei polmoni, come ha stabilito l'autopsia. Sansone, assistito dall'avvocato Francesco Schettino, sarà dinanzi al gup per discutere la richiesta di rinvio a giudizio ad aprile. Parte civile, sempre con l'avvocato Riggi, ci saranno la vedova, l'anziana mamma e i figli di De Gregorio.
 

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