Napoli, Benny Gallo, le minacce social: «Pagheranno con gli interessi»

Napoli, Benny Gallo, le minacce social: «Pagheranno con gli interessi»
di Luigi Sabino
Giovedì 18 Marzo 2021, 09:33
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«Pagheranno e pure con gli interessi vita mia». È questo il messaggio che compare sotto una fotografia di Benvenuto Benny Gallo nella pagina social a lui dedicata. Gli autori, che si definiscono suoi «fratelli», hanno preso questa iniziativa per ricordare il 24enne ucciso nel novembre scorso a San Pietro a Patierno. Un omicidio di cui ancora non si conoscono gli autori ma che per le forze dell'ordine sarebbe da collocare nello scontro tra le varie bande di camorra che operano nei quartieri della periferia nord di Napoli. Una morte, quella di Benny, che ha destato scalpore non solo per la sua giovane età ma soprattutto per quello che è diventato, secondo anche l'opinione degli investigatori, un vero e proprio culto. Di pochi giorni fa, infatti, è la pubblicazione di un video in cui compare un altarino a lui dedicato nei pressi della sua abitazione, altarino che è diventato meta di pellegrinaggio quando, poche settimane fa, è nato suo figlio. In quell'occasione, gli amici hanno messo in scena uno spettacolo pirotecnico, le cui immagini, ancora una volta, sono state postate sui social.

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GLI ALTRI MESSAGGI
Il caso di Benvenuto Gallo, però, non è l'unico.

Da diverso tempo, infatti, il web è diventato il mezzo di comunicazione preferito dagli appartenenti alla camorra. In rete compaiono non solo i messaggi dedicati ai caduti nelle varie faide ma anche gli avvertimenti diretti ai nemici. Un esempio è un'altra foto, questa volta comparsa sul profilo di un giovanissimo rampollo di casa Di Lauro. Un'immagine di una scritta vergata con lo spray che recita: «Terzo Mondo incubo dei masseriani». I masseriani è il soprannome con cui sono conosciuti gli affiliati a un altro sodalizio di Secondigliano, quello dei Licciardi. Un messaggio che lascia poca via all'interpretazione. Anche le alleanze sono celebrate in rete. Alcuni mesi fa, ad esempio, nel corso di un'attività investigativa si scoprì che esponenti dei Mauro e dei Vastarella, sodalizi attivi nel rione Sanità, si scambiavano messaggi sui loro profili social in cui celebravano il patto di ferro stipulato per sbarazzarsi degli avversari. Ancora. Foto, messaggi e scritte furono anche lo strumento utilizzato dalla famigerata paranza dei bambini per celebrare la loro vittoria sui rivali della cosca Mazzarella dopo l'ultima guerra per il controllo del centro storico. Su diversi muri del ventre molle, nel giro di pochi giorni, comparve, anche in questo caso tracciata con lo spray, la sigla FS, acronimo utilizzato per indicare la Famiglia Sibillo, uno dei pilastri della paranza. Anche la mala dell'area flegrea non si è fatta scrupoli a utilizzare i social. Ha del clamoroso, ad esempio, quanto scoperto dalle forze dell'ordine in occasione di un'indagine sulle organizzazioni criminali che gestivano lo spaccio nel Rione Traiano. Un capopiazza, intercettato, spiegava a un suo interlocutore che l'hashish da lui venduto era di una qualità talmente elevata che i suoi stessi clienti avevano deciso di dedicargli una pagina su una nota piattaforma web. Non è tutto. Nella medesima pagina, poi chiusa dopo il blitz, comparivano anche le indicazioni su come raggiungere il punto vendita e il prezzo e la qualità degli stupefacenti. Secondo gli investigatori, quindi, il fenomeno dei murales non è altro che l'ultima manifestazione di come la camorra, a differenza degli anni passati, abbia abbandonato la regola del silenzio preferendo, anzi, manifestare apertamente la propria presenza. Non un cambio di strategia bensì un'evoluzione della stessa criminalità organizzata ormai nelle mani di boss poco più che ragazzini avidi, non tanto di denaro, quanto di affermare la loro esistenza nella galassia camorrista.

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