Napoli, via murales e altarini della camorra: primo step in periferia e al parco Troisi

Napoli, via murales e altarini della camorra: primo step in periferia e al parco Troisi
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 10 Marzo 2021, 10:18 - Ultimo agg. 15:34
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Una battaglia che sarà pure simbolica, ma che lo Stato – tutto unito – ha deciso di combattere concretamente. Stamattina, su input del prefetto Marco Valentini, è iniziata la grande operazione di rimozione di murales e altarini dedicati a personaggi della malavita e della criminalità organizzata. I primi due colpi le forze dell’ordine li hanno assestati a San Giovanni a Teduccio dove, nel parco Troisi, è stato rimosso l’altarino dedicato al 24enne Ciro Varrello (ucciso nel 2013 per ragioni di natura passionale) e quello di Benvenuto Gallo, anche lui 24enne ucciso in un agguato e ritenuto elemento organico ai clan di San Pietro a Patierno dove sorgeva il suo altarino. Le operazioni di rimozione proseguiranno la prossima settimana anche in altri quartieri di Napoli. 

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Lo Stato non si è piegato alle minacce dal momento che soprattutto sull’altarino di Benvenuto Gallo erano scattate ritorsioni ed era stato sfregiato con una scritta il murale di Jorit a San Pietro a Patierno con la scritta “I morti si rispettano, non si cancellano”.

Un quartiere, quello di San Pietro a Patierno, completamente coperto da scritte dedicate al 24enne ucciso con decine di scritte su muri e palazzi “Benny vive”. Ad intervenire è stato il commissariato di polizia di Secondigliano che nelle ultime settimane è stato assai vigile sulla vicenda delle scritte, dei murales e degli altarini.  

Da mesi Il Mattino ha avviato una sua campagna contro i simboli della criminalità, una battaglia che ha trovato sponde ai massimi vertici istituzionali a cominciare dal prefetto Valentini, ma anche con l’attivismo del questore Alessandro Giuliano, del comandante provinciale dell’Arma Canio Giuseppe La Gala e del comandante della polizia muncipale Ciro Esposito. Un deciso intervento è stato avviato anche dalla Procura di Napoli, con il procuratore generale Luigi Riello che da settimane è impegnato in questa guerra di simboli. 

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Lo scorso 4 marzo si era tenuto in prefettura un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dell’area metropolitana sulla vicenda altarini e poi definito un programma a livello operativo in un successivo tavolo tecnico di coordinamento tenuto in Questura. Il programma di interventi infatti proseguirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, «con la finalità – spiegano dalla prefettura -  di ripristinare il rispetto della legalità con la progressiva rimozione di manufatti o altri simboli che insistono abusivamente sulla pubblica via, ferma restando l’eventuale sussistenza di specifici reati». La battaglia per la legalità è solo all’inizio e proseguirà nei prossimi giorni.

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