Camorra a Ponticelli, dopo le bombe vandali nella biblioteca: «Ma noi non molliamo»

Camorra a Ponticelli, dopo le bombe vandali nella biblioteca: «Ma noi non molliamo»
di Giuliana Covella
Lunedì 17 Maggio 2021, 08:33 - Ultimo agg. 19:22
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«Non ci arrendiamo e invitiamo gli autori del raid a frequentare questo luogo di bellezza». I volontari che operano alla Biblioteca Grazia Deledda di Ponticelli rispondono così all'atto vandalico di tre giorni fa. La serratura scardinata del cancello che collega la biblioteca con il parco De Simone e il vetro infranto della porta che dà accesso alle sale. Questa la scena che si sono ritrovati di fronte gli operatori del Comune. Da qui è scattata la denuncia a polizia e carabinieri. Un raid che, chi opera all'interno di quello che non è semplicemente un luogo di cultura, non riesce a spiegarsi: «Abbiamo fatto tante battaglie per restituire la biblioteca al quartiere - spiega Deborah Divertito, della cooperativa sociale Sepofà - e ora c'è chi vuole distruggere il bello che stiamo cercando di creare per i ragazzi?». E c'è chi non si arrende e fa di più, lanciando una sfida ai responsabili del blitz, ma in positivo: «Vengano anche loro, così capiranno la bellezza che si costruisce in questo spazio rigenerato», dice Pasquale Leone, dell'associazione Terra di confine.

Tre giorni fa, probabilmente di notte, ignoti si sono introdotti nella biblioteca di vico Santillo, danneggiando un cancello e una porta, che danno accesso ai locali dove ogni giorno arrivano i ragazzi per le attività promosse dalle associazioni.

Un raid che sarebbe stato facilitato dal collegamento con il vicino parco intitolato a Sergio De Simone, gestito dalla Municipalità. Un'area verde non curata tanto da essere diventata ormai una «selva», come sottolinea Deborah, una delle più attive tra i volontari di Sepofà, che insieme ad altre due associazioni, Terra di confine e Noi@Europe, ha ridato vita, luce e dignità a quella biblioteca nel centro storico di Ponticelli. «Con il progetto che insieme stiamo portando avanti, Socializziamo in biblioteca realizzato con il contributo del ministero per i beni e le attività culturali e che vede capofila il Comune di Napoli - spiega - abbiamo riacceso i riflettori su un bene rimasto abbandonato all'incuria e al degrado per anni e, di conseguenza, sull'intera zona. Da quando la biblioteca è tornata attiva si può dire che gli ingressi si sono quadruplicati, stando ai numeri. Ma evidentemente tutto ciò dà fastidio a qualcuno, anche se crediamo si sia trattato del gesto di qualche ragazzino, che si è introdotto all'interno passando attraverso il cancello che affaccia sul parco. Ripareremo i danni a spese nostre, perché abbiamo bisogno di mettere subito in sicurezza gli spazi». 

 

Insieme agli altri volontari Deborah ha chiesto a Comune e Municipalità impianti di videosorveglianza, perché a custodire la struttura dopo la chiusura al pubblico non c'è nessuno: «i comunali restano fino alle 15. La Deledda è rimasta chiusa per tutto il periodo della pandemia, a differenza delle altre biblioteche cittadine. Per questo dopo tante battaglie, tra cui una raccolta firme, siamo riusciti a farla riaprire lo scorso 26 aprile e a prolungare l'orario per gli utenti fino alle 21. Un passo importante perché questo luogo rappresenta un presidio di socializzazione. Oggi abbiamo più postazioni, un'area ristoro e facciamo corsi di editoria e scrittura creativa». «L'episodio accaduto venerdì scorso è preoccupante, oltre ai danni materiali che sono modesti - dichiara Pietro Sabatino di Noi@Europe - Quello che è successo ci costringe a rafforzare la sicurezza. L'unica reazione possibile al momento è infatti realizzare piccoli interventi di videosorveglianza e proseguire nelle attività coinvolgendo sempre più il quartiere». «Chi vive determinati territori non è evidentemente abituato alla bellezza, come i nostri laboratori di narrazione dove storie di resistenza raccontate ai bambini diventano libri - rimarca Pasquale Leone di Terra di confine - e non vede questo luogo in un'ottica di utilità comune. Perciò a chi ha fatto questo diciamo: venite, la biblioteca è aperta anche a voi». 

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