Bradisismo nei Campi Flegrei: nel dossier i dubbi degli scienziati

Il possibile passaggio ad allerta arancione, ecco i dati sul tavolo del ministro Musumeci

La caldera che ribolle nei Campi Flegrei
La caldera che ribolle nei Campi Flegrei
di Mariagiovanna Capone
Sabato 4 Novembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 5 Novembre, 16:01
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Il possibile passaggio di livello di allerta per i Campi Flegrei da Giallo ad Arancione pare ormai cosa fatta. Martedì il ministro Nello Musumeci ripeterà alla Camera i motivi che potrebbero portare rapidamente alla fase di Preallarme e subito dopo ai sindaci, ma a meno di colpi di scena – e prese di posizione forti – la linea è già tracciata. Il Mattino in esclusiva ha potuto leggere il verbale del Settore Rischio Vulcanico della Commissione Grandi Rischi, che contiene i motivi che hanno portato alla decisione annunciata dal Ministero della Protezione Civile da cui è chiara la linea della cautela, perché le ipotesi riferite dagli scienziati ascoltati non portano a una «univoca interpretazione». In particolare, nelle presentazioni dei modelli di evoluzione del fenomeno bradisismico di Augusto Neri dell’Ingv e Christopher Kilburn dell’University College of London, non è stato possibile chiarire «quali potrebbero essere le implicazioni fenomenologiche» che potrebbero eventualmente «favorire o innescare processi quali sismicità significativa, manifestazioni freatiche e risalita del magma verso la superficie». Ecco dunque la motivazione della decisione, non basata quindi sull’effettiva presenza di magma in superficie, ma dettata dalla complessità della situazione e per non voler contestare ipotesi discordanti per cui «la Cgr ritiene opportuno che sia le attività di monitoraggio, sia le attività di prevenzione si intensifichino ulteriormente» e per poterlo fare, è necessario attivare un protocollo di grado superiore insito nel livello di Allerta Arancione. 

Come sappiamo, dal 2005 è iniziata una nuova fase bradisismica che, dopo alcune variazioni dei parametri indusse a passare dal livello Verde al Giallo nel 2012. Negli ultimi due anni (in particolare agosto e settembre scorsi) c’è stato un incremento esponenziale dell’attività sismica e magnitudo con aumento della velocità di sollevamento, e questo ha portato a nuove esigenze di chiarimenti da parte della Cgr. In un’affollata riunione del 27 ottobre sono stati ascoltati 14 relatori, tra cui, oltre a ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano, anche Luca Crescentini dell’Università di Salerno, Neri sulle analisi statistiche dei dati del monitoraggio e Kilburn (unico straniero presente) sui modelli di sismicità e deformazione. 

Questi ultimi due scienziati sono stati il fulcro di un approfondimento basato sui loro modelli di evoluzione del fenomeno bradisismico, e «pur seguendo approcci diversi i due modelli si sono mostrati concordi nell’evidenziare che il processo di fratturazione della crosta possa subire un’ulteriore accelerazione fino alle condizioni definite come critiche sulla base di modelli noti in letteratura come Failure Forecast Model». Ma è quello di Kilburn, inserito in «Potential for rupture before eruption at Campi Flegrei caldera, Southern Italy» pubblicato nel giugno scorso, il modello che ha fatto decidere verso il passaggio di allerta.

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Secondo alcuni vulcanologi non presenti al Cgr però non è stato tenuto presente che «i modelli altro non sono che teorie, e molte sono errate: hanno forti vizi di fondo.

Kilburn in particolare ha studiato il comportamento della crosta (con dati anche non corretti) concludendo che è sul punto di cedere. Ma non può sapere comunque che c’è sotto e lo ha detto anche in Commissione». È bastato questo dubbio per decidere che occorreva passare al livello Arancione per eseguire ulteriori indagini. L’alternativa qualcuno la suggerisce dietro le quinte: «Creare un comitato tecnico-scientifico per la gestione del bradisismo» oppure «una scala di Allerta nuova, più adatta alla particolarità dei Campi Flegrei».

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