Ha assunto subito i contorni del giallo il rinvenimento di un cadavere carbonizzato all’interno di un’auto ancora in fiamme, a mezzanotte di giovedì, in una località di campagna molto distante dal centro di Acerra, estremamente isolata, completamente deserta di notte e dal nome piuttosto macabro, “Ponte dei Cani”. Qui quello che probabilmente – ma si attende ancora il risultato dell’autopsia – potrebbe essere il corpo bruciato di Domenico Vellega, 48 anni, nome noto alle forze dell’ordine, è stato trovato dai carabinieri all’interno di una Fiat 600. L’auto, intestata proprio a Vellega, quando ha preso fuoco è diventata una grande torcia visibile a una certa distanza per cui è stata subito avvistata dagli automobilisti in transito sulla vicina superstrada Nola-Villa Literno. Il ritrovamento è stato fatto dai carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna. Le indagini sono scattate da parte del Nucleo Investigativo. Il cadavere deve essere sottoposto a un attento esame per cui questa vicenda rimarrà avvolta nel mistero fino a quando i medici legali non avranno terminato l’esame autoptico del corpo distrutto dal fuoco. C’è chi ha parlato di suicidio. Ma anche la pista dell’omicidio, o, peggio, dell’omicidio di camorra è emersa e viene battuta dagli inquirenti, a caccia di possibili «nemici» dell’uomo che possano aver avuto interesse alla sua fine.
Domenico Vellega era nato ad Acerra ma da moltissimo tempo viveva a Marigliano. I carabinieri ieri hanno ascoltato alcuni suoi parenti, che non avevano avuto più notizie di lui. La zona di Ponte dei Cani, in cui è stato trovato il cadavere carbonizzato, è un’area di confine, una terra di nessuno tra vari comuni, Acerra, Marigliano e Nola. Di giorno qui, lungo le stradine provinciali, c’è un intenso giro di prostituzione che però termina al tramonto.