Camorra a Napoli, il parroco di Fuorigrotta: «Clan padroni della zona, qui più forti dello Stato»

Camorra a Napoli, il parroco di Fuorigrotta: «Clan padroni della zona, qui più forti dello Stato»
di Giuliana Covella
Sabato 25 Giugno 2022, 10:00
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«In questo momento c'è bisogno di un controllo che la criminalità sul quartiere ha e lo Stato no. Bisogna quindi riprendere il controllo attraverso gli strumenti che si hanno a disposizione, tra cui la presenza delle forze dell'ordine». Lo sfogo è di don Fabio De Luca, parroco della chiesa di San Vitale a Fuorigrotta, dove è stato presentato il Comitato di liberazione dalla camorra Area ovest. Le parole del sacerdote gettano una ulteriore luce sull'emergenza che già da un anno sta vivendo il quartiere: «C'è la necessità della videosorveglianza per un maggiore controllo del territorio», ha detto. Ma accanto all'aspetto più strettamente legato alla sicurezza, don Fabio ha posto l'accento su quello educativo definendolo «primario». Alla presentazione oltre a padre De Luca e a don Pasquale Di Giglio della parrocchia del Buon Pastore, sono intervenuti il senatore Sandro Ruotolo, Salvatore Palumbo, presidente Associazione Commercianti Fuorigrotta e tanti rappresentanti di associazioni e istituzioni, tra cui Cittadinanza Attiva, Madonna Assunta, Casa del contemporaneo, Centro di produzione teatrale, Fuorigrotta Solidale, Masseria Antonio Esposito Ferraioli, Cooperativa sociale Ifocs, Spazio Smile, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Costanza Boccardi, Diego Civitillo, Antonella Cammardella, Nino Daniele e la presidente del Consiglio comunale Enza Amato, che ha annunciato la vicinanza dell'Amministrazione alla nuova realtà.

«Qui c'è un'anti cultura camorristica che è più diffusa di quello che si pensi, anche tra le persone che dovrebbero essere perbene e invece assecondano una logica che non è quella della legalità e del bene comune». Un allarme, quello di don Fabio, lanciato in occasione della nascita del Comitato di liberazione dalla camorra, di cui presidente sarà Nicola Barbato, il sovrintendente di polizia che il 25 settembre 2015 rimase ferito durante un'operazione antiracket a Fuorigrotta.

E il prossimo 25 settembre, ci sarà la prima iniziativa del comitato, contro l'escalation di violenza che si registra nel quartiere da mesi. «Addirittura Bankitalia ha posto la questione criminale come emergenza in vista delle risorse che arriveranno con il Pnrr - ha detto Ruotolo - e davanti a un'emergenza bisogna fare rete, mettersi insieme e interloquire con le istituzioni. Perciò è necessario dare risposte concrete ai cittadini e al loro bisogno di sicurezza. Non possiamo pretendere un poliziotto in ogni strada di Napoli, ma un lavoro di squadra sì».

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L'iniziativa ha visto il plauso del ministro dell'interno Luciana Lamorgese, che ha inviato una lettera ai promotori, in cui si legge: «Il quadro che si presenta ai nostri occhi a Napoli è molto complesso. A Fuorigrotta, come in altre zone della città, è in atto una recrudescenza del conflitto tra opposte fazioni camorristiche per il controllo dei traffici illeciti che continua a far registrare dall'inizio dell'anno episodi di violenza intollerabili che pregiudicano la convivenza civile e destano allarme tra i cittadini». «In questo contesto - prosegue - lo Stato deve fornire una risposta complessiva e articolata intervenendo con un'intensificazione dei servizi di controllo del territorio ad opera delle forze di polizia che, insieme alla magistratura, stanno svolgendo un grandioso lavoro». Il ministro ha poi ribadito la necessità «di una sempre più stretta collaborazione tra istituzioni e società civile. In quest'ottica è centrale un percorso condiviso per arginare l'esclusione sociale e culturale di cui spesso sono vittime i giovanissimi ai quali invece dobbiamo offrire modelli di legalità e crescita visibili e percepiti come vincenti». 

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