Camorra, tre bombe in due giorni nel Napoletano: esplode la faida all'interno del clan 167

Camorra, tre bombe in due giorni nel Napoletano: esplode la faida all'interno del clan 167
di Marco Di Caterino
Lunedì 7 Febbraio 2022, 23:31 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 07:07
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Tre bombe fatte esplodere in due giorni. E un’auto, la seconda in meno di venti giorni, crivellata di colpi, ben quindici, tutti di grosso calibro, lo stesso numero in entrambi i raid. È faida. Uno scontro durissimo è in corso all’interno del clan 167 di Arzano, tra l’ala dei Cristiano e quella dei Monfregolo, un tempo alleati, oggi nemici giurati da eliminare uno a uno, senza pietà. Terreno di scontro Frattaminore, piccola città suo malgrado scelta dai perdenti - i Cristiano che sono imparentati con la cosca Mormile - come nuova base operativa dopo la loro fuga da Arzano sotto l’incalzare delle violenze messe a segno da Giuseppe Monfregolo, il boss che ora ha preso in mano tutto il clan 167. Con un solo obiettivo: cancellare dalla faccia della terra i vecchi alleati. Che vivono chiusi in casa. Praticamente prigionieri nel loro stesso territorio, Frattaminore appunto, controllato dai Monfregolo e solcato ad ogni ora del giorno e della notte da squadre armate che si muovono a bordo di potenti moto. 

Per stanare i Cristiano e regolare i conti, il clan 167 targato Monfregolo utilizza la strategia del terrore. Un’escalation a colpi di bombe, cinque in meno di venti giorni, una addirittura fatta esplodere alle nove e mezza di sabato sera, in piena movida. L’ultimo ordigno è deflagrato ieri notte, poco prima delle due e mezza, dopo essere stato collocato alla base di un pesante portone di ferro, al civico 16, in Via Sant’Angelo, centro storico di Frattaminore, dove abiterebbe uno dei familiari della cosca Mormile. L’esplosione, a differenza delle quattro precedenti, non ha provocato grossi danni. Ma a chi ha piazzato la bomba, questo particolare non interessava.

Gli importava invece che il messaggio arrivasse distintamente al gruppo criminale dei Mormile e dei Cristiano, l’ala che fino al 24 novembre scorso, giorno della strage al Roxy Bar nel corso della quale fu ucciso Salvatore Petrillo, reggente del clan 167 di Arzano, controllava tutta la cosca, nonostante i mal di pancia interni.

Con l’eliminazione del reggente il gruppo Cristiano è letteralmente scappato via da Arzano, per trovare riparo a Frattaminore presso i Mormile con i quali sono imparentati. La fuga non ha impedito alla costola dei Monfregolo capeggiata da Giuseppe di incalzare anche fuori zona il gruppo rivale, con l’appoggio del clan Ullaro-Pezzella, al quale sarebbe stato promesso in cambio il controllo delle attività illecite su Frattamaggiore e Frattaminore. Si spiega così la scoperta, avvenuta dieci giorni fa nell’abitazione di un affiliato degli Ullaro-Pezzella a Cardito, di una bomba artigianale “imbottita” di chiodi, quelli grossi da carpentiere, capace di uccidere e ferire in un raggio di cento metri. 

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Quel sequestro, alla luce di quanto sta accadendo a Frattaminore, ha evitato sicuramente qualcosa di terribile e il versamento di tanto sangue innocente. «Danno collaterale» messo nel conto, come dimostra la bomba fatta esplodere sabato sera, nei pressi di un centro per le scommesse sportive, alle 9.30, quando ancora tante persone erano per strada. La gente ha paura. Non esce di casa, e chiede che si faccia qualcosa e subito. E che la situazione sia realmente gravissima lo testimonia la richiesta urgente al prefetto di Napoli del primo cittadino, Giuseppe Bencivenga, per un invio di più forze dell’ordine, e l’accorato appello di don Maurizio Patriciello, frattaminorese doc, parroco del Parco Verde, una vita di impegno cristiano e civile per le battaglie contro la camorra e la Terra dei Fuochi, che grida basta e invita tutta la città a scendere in piazza. «Chi sa, parli! Denunci. Inutile lamentarsi in famiglia e con gli amici. I nostri bambini sono in pericolo. Qualcuno potrebbe rimetterci la vita, essere colpito per errore durante una sparatoria o l’esplosione di una bomba. Sono vicini a tutti i frattaminoresi tenuti in ostaggio di giorno e di notte», il suo drammatico, ennesimo urlo. 

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