Napoli, sequestrate pistole da guerra pronte per sparare a Pianura: «I clan preparano lo scontro»

Napoli, sequestrate pistole da guerra pronte per sparare a Pianura: «I clan preparano lo scontro»
di Luigi Sabino
Martedì 1 Febbraio 2022, 16:12 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 15:45
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Venti di guerra soffiano su Pianura dove, ieri pomeriggio, gli agenti del locale commissariato, coordinati dal dirigente Arturo De Leone, hanno sequestrato due micidiali pistole da guerra con relativo munizionamento.

Le armi, una Glock 17 e una Glock 19, corredate da 78 proiettili, sono state trovate all’interno di una intercapedine ricavata all’interno di un muro perimetrale parzialmente coperto da sterpaglie. Non poca fatica hanno dovuto fare gli agenti per recuperare gli involucri di cellophane al cui interno erano state conservate le armi, una delle quali, come si è scoperto dai successivi esami di laboratorio, sarebbe stata modificata per sparare a raffica. 

Un ritrovamento che conferma quanto sia alta le tensioni tra organizzazioni criminali che operano nel quartiere flegreo e che, da tempo, sono in lotta per il controllo degli affari illeciti.

Le due pistole, infatti, non solo sono risultate perfettamente funzionanti ma anche pronte a fare fuoco. Un segno, questo, che gli equilibri, già flebili, sono prossimi al punto di rottura.

Altro particolare che ha attirato l’attenzione degli investigatori è stato il luogo dove sono state trovate le due Glock, una stradina di Contrada Pisani, distante solo poche decine di metri dall’abitazione di Umberto Loffredo alias Padre Pio, noto ras della zona finito in manette solo pochi giorni fa perché sorpreso armato all’interno di un’officina di via Montagna Spaccata

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Non è tutto. Al momento del blitz da parte dei poliziotti, Loffredo non era solo ma in compagnia di Francesco Scognamillo, nipote del ben più noto Antonio ‘o parente, quest’ultimo considerato a capo della frangia di irriducibili del clan Grimaldi di Soccavo. Insieme a loro, però, c’era anche un personaggio che mai gli investigatori si sarebbero aspettati di trovare. Si tratta di Gennaro Catone, uno dei capi della nuova organizzazione camorristica che, da qualche tempo, sta cercando di riprendere il controllo del territorio di Miano. Un summit in piena regola in cui, questo il sospetto degli investigatori, i tre ras avrebbero discusso di strategie comuni e, non si esclude, di nemici da eliminare. 

L’ipotesi, che il ritrovamento delle pistole sembra confermare, è che nuove alleanze siano state stipulate tra le cosche della periferia nord e di quella flegrea, alleanze che avrebbero come obiettivo quello di sbarazzarsi delle vecchie formazioni criminali e di prenderne il posto. Non a caso, proprio nella giornata di ieri, un duplice omicidio è avvenuto nel rione don Guanella, al confine con Miano. Due delitti di cui proprio il gruppo di Catone è considerato il principale sospettato. Se si tratti di una semplice coincidenza oppure se, questo il dubbio degli inquirenti, di un tassello di un mosaico più grande è ancora materia di indagine. Quello che è certo è che qualcosa si sta muovendo negli ambienti camorristici. 

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