Camorra, arresti domiciliari per l'esattore degli Amato-Pagano; scarcerato il ras Domenico De Mase

L'uomo è accusato di aver imposto un'estorsione di 80.000 euro ad un imprenditore di Melito

Estorsione
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di Luigi Sabino
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 18:20 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 07:33
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Arresti domiciliari per il ras degli Amato-Pagano Domenico De Mase, raggiunto nell’ottobre scorso da un’ordinanza di custodia cautelare per un’estorsione commessa nel 2020 ad un imprenditore di Melito. E’ quanto deciso dal Tribunale del Riesame che ha accolto l’istanza di misura alternativa presentata dai difensori del presunto ras, gli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo.

Due i punti di forza della tesi presentata dal collegio difensivo.

Innanzitutto, le condizioni di salute di De Mase che, secondo la difesa, lo renderebbero incompatibile con il regime carcerario. Un punto, questo, su cui si è accesa una dura battaglia con la pubblica accusa che, forte anche di una perizia di parte chiedeva, invece, la conferma della misura. Il secondo punto, invece, è la condotta dello stesso De Mase. Al momento del suo ultimo arresto, infatti, il presunto ras, a causa di una precedente condanna, era già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

In questo arco di tempo, un lasso di alcuni mesi, hanno evidenziato i suoi difensori, De Mase non avrebbe assunto comportamenti tali da compromettere l’efficacia della misura alternativa. Un successo, dunque, per il collegio difensivo con De Mase che, in meno di un anno, ha collezionato già due scarcerazioni nonostante le pesanti accuse mosse a suo carico. Il ras, infatti, è indicato dagli investigatori come esponente apicale della cosca Amato-Pagano e, soprattutto, come il referente del clan per la raccolta delle estorsioni sulle zone di Mugnano e Melito.

Il suo nome, non a caso, compare tra gli indagati dell’operazione condotta nel 2021 e che portò all’arresto di decine di affiliati all’organizzazione camorristica. Condannato, nel luglio scorso aveva lasciato il carcere a causa del suo stato di salute e sottoposto ai domiciliari. Ad ottobre, quindi, il nuovo arresto ad opera dei carabinieri. Insieme a lui furono raggiunti dal provvedimento altri quattro affiliati di spicco al sodalizio melitese tra cui Marco Liguori, imparentato con i fondatori della cosca nata dalla sanguinosa faida con i Di Lauro e, soprattutto, indicato dai collaboratori di giustizia, come loro erede. Per tutti l’accusa era di estorsione aggravata dal metodo mafioso. De Mase, insieme agli altri indagati, nel 2019 avrebbe convocato un imprenditore del posto interessato alla costruzione di un supermercato per imporgli un’estorsione di 200.000 euro, scesi poi ad 80.000 al termine di una ‘trattativa’.

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