Arresti domiciliari per l'esattore degli Amato-Pagano: Domenico De Mase rilasciato per motivi di salute

Era stato coinvolto nella faida con i Di Lauro

Sentenza della Corte d'Appello
Sentenza della Corte d'Appello
di Luigi Sabino
Domenica 9 Luglio 2023, 12:29 - Ultimo agg. 14 Luglio, 14:33
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Arresti domiciliari per il ras Domenico De Mase degli Amato-Pagano. La II sezione della Corte di Appello di Napoli ha accolto l’istanza presentata dai difensori del detenuto, gli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo, in quanto, in base alla documentazione medica raccolta dai due penalisti, De Mase avrebbe problemi di salute inconciliabili con il regime carcerario. Soprannominato negli ambienti criminali ‘Cap ‘e vacc’, De Mase, era finito in manette nel corso della maxi operazione che smantellò i vertici del sodalizio nato dalla sanguinosa scissione dal clan Di Lauro. Un’indagine capillare, quella condotta dai militari del GICO della Guardia di Finanza, che permise di scoprire come il clan Amato-Pagano avesse stretto in una morsa i comuni di Melito e Mugnano servendosi della complicità anche di due agenti della locale Polizia Municipale.

In particolar modo si è scoperto che la cosca aveva messo sotto scacco centinaia di imprese e attività commerciali imponendo non solo il pagamento del pizzo in occasione delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto ma anche l’acquisto periodico di gadgets. A far funzionare la macchina estorsiva, di cui De Mase sarebbe stato un fondamentale ingranaggio, era anche l’innovativo sistema adottato per le richieste di denaro ai commercianti. A fronte dei prodotti acquistati su imposizione del clan, le vittime ricevevano una fattura con cui potevano scaricare le somme versate. A emetterla una società compiacente che, dopo aver ottenuto il pagamento tramite bonifico, provvedeva a rigirare il denaro al sodalizio trattenendo per sé solo una percentuale corrispondente all’IVA.

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Sebbene finito in manette, insieme agli altri sodali, i guai per De Mase non sono finiti perché poco tempo dopo la sua cattura era stato colpito da un nuovo provvedimento cautelare perché ritenuto responsabile del tentativo di estorsione ai danni di un cantiere edile. Alle vittime, avvicinate in un paio di occasioni, era stato chiesto di ‘mettersi in regola con gli amici di Mugnano altrimenti avrebbero dovuto sospendere i lavori’. Condannato in primo grado a una pena di poco superiore ai quattro anni, in appello, i suoi legali erano riusciti a ottenere un sostanziale sconto con De Mase che avrebbe dovuto scontare solo tre anni e un mese di reclusione.

Ora, però, con la nuova decisione dei giudici, il ras potrà scontare il resto della condanna presso la sua abitazione.

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