Rapina al distributore a Napoli: dopo il raid la foto social, rapinatore tradito da Fb

Un anno fa ingegnere ferito alle gambe: «Preso il 21enne che guidò il raid armato»

La rapina choc
La rapina choc
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 23:46 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 09:36
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Uno scaldacollo nero con bordature catarifrangenti. È una delle tracce che inchiodano il secondo presunto responsabile della rapina sanguinaria messa a segno un anno fa in via Reggia di Portici, ai danni di un ingegnere napoletano.

Un capo di abbigliamento indossato durante il colpo, ma anche in un’altra occasione, come appare evidente da una foto postata su facebook dal presunto malvivente. È così che gli inquirenti hanno fatto due più due, oltre a sfruttare altri tasselli decisivi di una indagine che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche di sopralluoghi e sequestri. È questo il retroscena che sta alla base degli arresti di Francesco Scurti, 21 anni il prossimo marzo, ritenuto responsabile del raid armato del 29 marzo scorso, quando il suo complice ferì alle gambe a colpi di pistola un giovane professionista intento a fare benzina in un distributore di benzina. Una vicenda drammatica, resa nota anche dalla pubblicazione del video della rapina, finita al centro di un’inchiesta giunta al suo secondo step: lo scorso settembre, l’arresto del 17enne autore degli spari, grazie a un blitz dei carabinieri del comando provinciale; ieri il complice in manette, al termine di operazioni condotte da carabinieri e polizia, sotto il coordinamento della Procura dei Minori e della stessa Procura ordinaria.

Vittima dell’assalto armato l’ingegnere Fabio Varrella, capace di mantenere il proprio equilibrio prima e dopo il ferimento.

Sulle prime cerca di tranquillizzare e riportare alla calma il suo aggressore, poi viene raggiunto da colpi di pistola alle gambe, mentre aveva ancora le mani sul volante del suo Liberty. In un secondo momento, ha mostrato piena lucidità nel corso delle indagini. È assistito dal penalista napoletano Marco Campora, in una vicenda nella quale potrebbe costituirsi parte civile, qualora il 21enne finito ieri in cella finisse a giudizio. Proprio in questi giorni, il minorenne ha inviato una lettera di perdono all’ingegnere. Difeso dall’avvocato Fabio Segreti, il 17enne è atteso in aula, dinanzi al gip Anita Polito, il prossimo 10 aprile. Ma torniamo all’arresto di ieri. In una cantinola, in via Flauto Magico a Ponticelli, c’erano indumenti e caschi usati per gli assalti notturni. Inchiesta condotta dal pm Antonella Fratello, riflettori puntati sui gruppi di Napoli est.

Video

Pochi mesi fa, il minorenne venne incastrato anche grazie a un’intercettazione ambientale nella quale rendeva, senza immaginare di essere ascoltato, una vera e propria confessione. In casa c’era una microspia, grazie alla quale è stato possibile registrare questo commento «È uscito (il filmato del raid, ndr) anche sui giornali... guarda dov’è uscito questo video, su Rai2», dice parlando con un’altra persona. Nel frattempo arriva una telefonata della madre a cui il minore risponde: «Mamma, svegliatevi dal sonno, lo sanno che sono io, lo sanno che sono io...». Due giorni fa sono stati arrestati cinque presunti malviventi di Ponticelli per aggressioni e rapina all’esterno del Flanagan’s Bar di Chiaia, grazie alle indagini del commissariato locale del dirigente Stanislao Caruso e della Mobile di Alfredo Fabbrocini (oggi questore in Puglia).

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