Pomigliano, il presidente De Luca pronto alla mobilitazione: ​«Stellantis, no ai tagli»

«Gli stabilimenti non si toccano, andrò a Roma»

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
di Antonio Vastarelli
Venerdì 9 Febbraio 2024, 02:28 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 10:20
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Non è ancora salito su un trattore ma, nella dura vertenza contro il governo nazionale, Vincenzo De Luca affila una nuova arma, quella della protesta operaia, al grido di “Pomigliano non si tocca”. Il presidente della Regione Campania, infatti, ieri, insieme all’assessore alle Attività produttive, Antonio Marchiello, ha riunito a Palazzo Santa Lucia le rappresentanze sindacali per ascoltare il loro punto di vista sul futuro degli stabilimenti campani di Stellantis.

«A Pomigliano ci sono 4.500 lavoratori e 1.600 a Pratola Serra: due stabilimenti che oggi non hanno problemi, lavorano a pieno ritmo, sono saturi, ma che tra due anni potrebbero andare fuori mercato» ammonisce. Nella fabbrica napoletana si producono Panda, Tonale e Dodge Hornet, nella versione benzina, mentre in quella avellinese veicoli commerciali con motori diesel: la transizione ecologica potrebbe, quindi, rendere obsolete le due realtà industriali. «Per questo motivo - sottolinea De Luca - apriamo oggi una vertenza con il governo, perché tra due anni sarà troppo tardi: ci diranno che non siamo competitivi.

Giovedì 15, ho un incontro già fissato a Roma con il ministro delle Imprese Urso, per seguire la vertenza della Prysmian di Battipaglia, che coinvolge 300 lavoratori. In quell’occasione parleremo anche di Stellantis» annuncia.

«Al governo - continua - chiediamo di impostare una politica industriale che chiarisca in che direzione andare: se il futuro è l’elettrico, investiremo nell’elettrico, se è l’idrogeno, sul quale abbiamo già finanziato progetti di ricerca, concentreremo lì le risorse per fare in modo che le nostre fabbriche siano all’avanguardia. La Regione - dichiara - appoggia la mobilitazione dei lavoratori perché Pomigliano non si tocca: ci opporremo ad ogni ipotesi di ridimensionamento degli stabilimenti campani». A rischio, se si considera anche l’indotto del settore automotive, sono circa 450 aziende e 12mila lavoratori. E il governatore approfitta dell’incontro per arruolare i sindacati nella battaglia contro l’autonomia differenziata e per lo sblocco dei fondi destinati alle politiche di coesione. «Venerdì 16 - dice - terremo una manifestazione a Roma contro il ministro “Buio Fitto” e questo governo che conclude accordi di coesione con le regioni del Nord e non con noi, negandoci risorse importanti per i Comuni, per l’edilizia, per la cultura e la ricerca. Spero che partecipiate, così porremo anche il tema di Pomigliano all’attenzione dei media nazionali». Proprio il ministro Urso è intervenuto sul tema: «C’è un piano di incentivi straordinario. E infatti tutte le forze sociali e produttive, sindacati Regioni e associazioni che rappresentano l'industria dell’indotto, lo giudicano importante. Ci aspettiamo che ci sia una corrispettiva risposta. Ove ciò non accadesse, ci sono altre risorse nel fondo automotive. Credo che le risorse per gli anni successivi siano pari a 5 miliardi e 300 milioni, non tutti in un anno ovviamente».

Un invito accolto dalle sigle presenti, con l’Ugl più fredda sulla possibilità di scendere in piazza. Per il segretario della Cgil Campania, Nicola Ricci, «il governo deve convocare l’amministratore di Stellantis, Tavares, e spiegargli che Pomigliano ha le carte in regola per cogliere la sfida della transizione ecologica. L’automotive, per la Campania, è un asset fondamentale, ma se continuiamo a produrre veicoli a benzina o diesel non abbiamo futuro». A tal fine, il leader regionale della Cisl, Giuseppe Esposito, chiede che fondi Ue e del Pnrr vengano in larga parte «destinati all’automotive, concentrandoli su progetti innovativi che possano rendere il nostro territorio attrattivo e creare occupazione buona e duratura». Il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati, ricorda che a Pomigliano esiste anche il Centro di ricerche Fiat (ex Elasis) «che impiega numerosi ingegneri e tecnici con altissime competenze».

E poi invita il governo «a mettere in campo incentivi più sostanziosi per la transizione all’elettrico, così come in Germania, altrimenti i nostri stabilimenti non saranno appetibili per Stellantis». La mobilitazione per Pomigliano unisce, seppur con sfumature diverse, tutte le sigle sindacali: presenti anche Luigi Marino (Ugl), Enzo De Vincenzo (Usb) e Giuseppe Raso (Fismic Confsal). Il sindaco di Pomigliano d’Arco, Raffaele Russo, garantisce «il supporto alle legittime battaglie dei lavoratori: la nostra città – dice - ha una tradizione di lotta, e non ci sottrarremo neanche stavolta». La vicepresidente del Consiglio regionale Valeria Ciarambino, infine, commenta: «Apprezzo la volontà di sindacati e istituzioni di fare squadra: dividersi significherebbe fare il gioco di chi vuole depredare Pomigliano e il Mezzogiorno».

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