Clan e politica a Sant'Antimo, un cambio di casacca dal centrosinistra al centrodestra per la sanatoria di un piano abusivo nello stabile

Clan e politica a Sant'Antimo, un cambio di casacca dal centrosinistra al centrodestra per la sanatoria di un piano abusivo nello stabile
Mercoledì 10 Giugno 2020, 16:47
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Un «cambio di casacca» radicale dal centrosinistra al centrodestra, in vista delle comunali del 2012, come contropartita di una sanatoria edile ottenuta dopo avere costruito abusivamente un intero piano di un palazzo di sua proprietà. Emerge anche questo dalle indagini dei carabinieri del Ros che hanno consentito di fare luce sull'intreccio politico mafioso a Sant'Antimo, città a Nord di Napoli, finita ieri al centro di un' inchiesta della Procura Antimafia partenopea. Ieri i militari dell'Arma hanno notificato 59 misure cautelari, tre delle quali ai fratelli Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, tutti indagati per concorso esterno in associazione mafiosa.

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L'attività investigativa coordinata dalla Procura di Napoli ha ricevuto un importante contributo dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Parole che, secondo gli inquirenti, forniscono un quadro dettagliato e convergente sulla compravendita di voti. Uno di questi è Claudio Lamino, che, dice, si è occupato di recuperare preferenze in cambio di soldi, per i Cesaro. Il collaboratore di giustizia conferma ai pm che erano parecchi i «galoppini» deputati a questo ruolo. Lui, afferma, riceveva ingenti somme di denaro per raggiungere quest'obiettivo, decine di migliaia di euro. Non solo, Lamino riferisce anche che il primo punto di riferimento del boss Pasquale Puca era proprio Antimo Cesaro, l'unico dei fratelli per il quale il gip di Napoli ha disposto il carcere. Nel corso di un interrogatorio che risale al 22 maggio 2017, Lamino parla della compravendita di voti in relazione alle comunali 2012: fa i nomi dei galoppini e riferisce anche di un 'cambio di casaccà eccellente, quello di un consigliere di centrosinistra, molto appetibile per gli schieramenti politici della città in quanto capace di gestire un importante bacino di voti. Il soggetto in questione, dice ancora Lamino, è legato al clan Verde, circostanza che gli conferisce una certa capacità di imporsi. «...è legato ad esponenti del clan Verde e in particolare a Verde Mario, detto 'il tipografò», dice ancora il collaboratore di giustizia.
 


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Lamino spiega ai pm e al Ros che gestisce alcune attività ma che fa anche l'usuraio. Il suo passaggio dal centrosinistra al centrodestra fece scalpore all'epoca, e fu frutto di un accordo che, ancora una volta, avrebbe visto come determinante l'intercessione di Antimo Cesaro presso l'Ufficio Tecnico Comunale: il soggetto, dice Lamino, «...aveva acquistato un palazzo in via.... dove abita tuttora... durante i lavori lo stesso realizzò un piano ulteriore a quello consentito». Il «pentito» riferisce anche che il capo dell'ufficio tecnico del Comune, sollecitato da Antimo Cesaro, rese possibile una sanatoria per quello stabile, e grazie a questo importante favore il proprietario dello stabile decise di passare dal suo schieramento a quello del centrodestra. («Proprio dopo l'ottenimento di questo favore ... si decise a transitare nelle fila del centrodestra. Io sono a conoscenza di questa cosa - afferma - perché è stato lo stesso … a confidarmela»).
La vicenda è collocata temporalmente tra il 2013 e il 2014. Lamino sottolinea, infine, «...che quando Cesaro Antimo mandò a chiamare» il capo dell'ufficio tecnico «per incaricarlo di questa vicenda si rivolse a me per portare l'ambasciata». 

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