Campi Flegrei, costa più a rischio d'Italia: si sgretola e sprofonda

Campi Flegrei, costa più a rischio d'Italia: si sgretola e sprofonda
di Franco Mancusi
Domenica 10 Agosto 2014, 15:48 - Ultimo agg. 15:49
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Erosione delle coste, Campi flegrei al top delle classifiche nazionali. Altre zone a più alto rischio ambientale, Venezia e il Polesine, le isole Eolie, la Sardegna, le spiagge del basso Tirreno, la Calabria. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che per dieci anni hanno setacciato i dati delle variazioni meteomarine e delle trasformazioni costiere. Risultati sorprendenti, purtroppo in perfetta linea con la tendenza che interessa il Mediterraneo e l'intero continente europeo.



Per una serie di condizioni emergenti (dallo scioglimento dei ghiacciai alle variazioni climatiche, delle speculazioni edilizie ai terremoti e all'attività vulcanica) ovunque le linee di costa sono visibilmente arretrate, provocando dissesti idrogeologici e, in qualche caso, pesanti danni al patrimonio paesaggistico e naturale. Nel caso dei Campi Flegrei, poi, non poco incide la subsidenza del bradisismo, che negli ultimo decenni ha dato segni di costante presenza.



Dopo la doppia emergenza del '70 e dell'83, come si sa, il suolo nell'area puteolana ha ripreso impercettibilmente a scendere.
Pochissimi millimetri all'anno, alternati da fasi di risalita, che tuttavia hanno condizionato profondamente i fragili equilibri della costa, da Posillipo a Baia, Miseno, fino agli ambiti estremi della fascia domiziana. «Anche se indirettamente, i riflessi del bradisismo sul fenomeno delle erosioni costiere sono evidenti nell'area flegrea», spiega il professor Giuseppe Luongo, docente emerito di Fisica del Vulcanesimo nell'università Federico II. «Gli ultimi decenni hanno fatto registrare continue variazioni nell'attività altalenante del comprensorio vulcanico puteolano. Gli equilibri morfologici della costa certamente sono stati segnati».






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