Capri, multe e «moral suasion»: la grande fuga degli yacht dalla baia dei Faraglioni

Capri, multe e «moral suasion»: la grande fuga degli yacht dalla baia dei Faraglioni
di Anna Maria Boniello
Venerdì 20 Agosto 2021, 08:32 - Ultimo agg. 21 Agosto, 09:28
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Stanno avendo vita dura a Capri i furbetti delle boe. I diportisti, proprietari di imbarcazioni di media lunghezza, cabinati, mega gommoni e scafi veloci che pensavano di aver trovato un ormeggio gratis nella baia di Marina Piccola e di potersi tuffare tranquillamente in quelle acque blu cobalto lanciandosi dal proprio scafo ormeggiato a pochi metri, come hanno fatto per decenni, si stanno ricredendo: fa sul serio il Comune di Capri, fanno sul serio le forze dell'ordine nel far rispettare i divieti stabiliti in attesa dell'istituzione dell'Area Marina Protetta.

Una decisione attesa da tempo dagli ambientalisti e dai tanti habituè dell'isola, che non hanno mai smesso di denunciare i danni ambientali e anche di immagine derivanti dal muro di barche che d'estate assaltano la baia.

Ma una decisione che ha trovato non pochi ostacoli: la barriera con le boe di distanziamento e protezione del tratto di costa tra i Faraglioni e Punta Mulo, piazzate agli inizi di agosto per mettere fine all'abitudine di considerare la baia di Marina Piccola, tra le più belle zone dei nostri mari, un parcheggio acquatico, non è piaciuta a tutti. Il 5 agosto, pochi giorni dopo la loro collocazione, le boe vennero trovate tagliate e divelte in vari punti, tanto per creare lo spazio necessario per consentire alle barche di entrare nello specchio d'acqua che era stato liberato dall'intervento del Comune e messe «sotto scorta» dalle forze dell'ordine.

Un'attività, quella messa in campo in particolare dai carabinieri, che va avanti da settimane e che negli ultimi giorni è andata intensificandosi. Il loro servizio di ispezione, attuato a bordo di motovedette, dura ogni giorno sino al calar delle tenebre e andrà avanti - fanno sapere - fino alla fine dell'estate. Si tratta di disincentivare un'abitudine radicata, a salvaguardia della salute pubblica e dell'ecosistema ambientale.

Si era partiti quando della barriera si parlava solo nell'ordinanza firmata dal sindaco Marino Lembo e dall'assessore al mare Paola Mazzina, ma non era ancora stata collocata: i carabinieri si avvicinavano alle barche invitando i diportisti ad allontanarsi attraverso avvisi lanciati con l'altoparlante. Qualcuno si convinceva, altri no e in questo caso scattava la multa. Ora che la barriera è lì, a separare lo specchio destinato ai bagnanti dal mare aperto, la sanzione è inevitabile. E infatti ieri ne sono state comminate più di 50. Cinquanta barche, gommoni e yacht che all'arrivo della motovedetta e dello scafo veloce dei carabinieri sono stati trovati ormeggiati alle boe, da cui incassata la multa i proprietari hanno dovuto sganciarsi e prendere il largo ridando alla baia di Marina Piccola l'aspetto di un tempo. Non è dato conoscere, per ovvie ragioni di privacy, l'identità dei sanzionati: si tratta di turisti e vacanzieri quasi tutti italiani, diversi di Napoli e provincia, habitué dell'isola e della sosta con vista Faraglioni.

L'operazione è stata applaudita da terra da diversi frequentatori dei lidi balneari: tra questi l'attore e regista Geppy Gleijeses, che già prima della pandemia aveva lanciato l'allarme contro il sovraffollamento che stava trasformando in un inferno di lamiere una delle baie più belle del mondo. Gleijeses, a Capri in vacanza ma non solo (sta preparando il festival Il Canto delle sirene che si terrà sull'isola tra il 10 ed il 20 settembre), era entusiasta: «Dopo tanti anni io e la mia compagna, incinta di 9 mesi, abbiamo nuotato tranquilli dalla Canzone del Mare ai Faraglioni! Troppa grazia sono un nostalgico? Un nemico del progresso? Ma non scherziamo: il futuro è libero da esalazioni, dai mostri in laguna, dalla nafta inquinante. Intanto, grati e felici, salutiamo con gioia - conclude l'attore, che sull'isola viene considerato un caprese d'adozione - questo primo importantissimo passo che il Comune di Capri si è intrapreso a fare. Una striscia di boe ci protegge finalmente dall'ancoraggio selvaggio o addirittura dalle eliche frullatrici». Il pensiero «va a 50 anni fa, quando liberi da panfili chilometrici (la gara ormai è a vediamo chi ce l'ha più lungo), da barcacce esalanti gasolio strutto e musiche inascoltabili, io e i miei amici nuotavamo in questo paradiso terrestre».
 

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