Favori al clan nel Napoletano, interrogato il capitano dei carabinieri: ​«Estraneo alle accuse»

Favori al clan nel Napoletano, interrogato il capitano dei carabinieri: «Estraneo alle accuse»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 31 Gennaio 2020, 18:58 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 07:15
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Ha risposto alle domande del Giudice per le indagini preliminari, chiarendo in modo dettagliato il senso del suo lavoro svolto anni fa a Sant’Antimo ed ha rimarcato la propria estraneità alle accuse. Difeso dal penalista Mario Angelino, il capitano dei carabinieri Daniele Perrotta ha sostenuto un interrogatorio di garanzia, nel corso dell’inchiesta nella quale gli è stato notificato una misura interdittiva di un anno. È la stessa inchiesta che vede cinque sottufficiali dell’arma finire ai domiciliari e altri due militari raggiunti da interdizione.

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Inchiesta condotta dai pm Loreto e Serio, il capitano ha fornito tutti i particolari del lavoro svolto, respingendo le accuse che gli sono state contestate. Mai nella sua carriera ha assunto un atteggiamento morbido o non in linea con il rispetto delle regole per favorire qualcuno. Ha ricordato la sua crescita professionale dagli anni della scuola militare Nunziatella e in tutti gli incarichi ricevuti nel corso del tempo. Spiega l’avvocato Angelino: «Il capitano Daniele Perrotta è pienamente fiducioso del lavoro svolto dalla magistratura napoletana, in relazione a presunte zone d’ombra tra istituzioni e ambienti criminali a Sant’Antimo, ed è sicuro che queste indagini sapranno dimostrare al più presto la sua totale estraneità rispetto alle accuse».
 

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