Per ridurre il sovraffollamento nelle carceri serve una liberazione anticipata speciale: è quanto emerso dalla mobilitazione nazionale che si è svolta questa mattina davanti all'ingresso del Tribunale di Napoli in piazzale Cenni di fronte al carcere di Poggioreale. Il presidio è stato organizzato dal garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello e dal garante comunale don Tonino Palmese, insieme alla Pastorale carceraria della Diocesi, la Camera Penale di Napoli, il Movimento Forense e l’Ordine degli avvocati di Napoli Nord. Tra i presenti il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, padre Alex Zanotelli, il consigliere regionale Pasquale Di Fenza, associazioni, familiari dei detenuti.
Una protesta silenziosa indetta dalla Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, a un mese esatto dall’appello del presidente della Repubblica, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare la politica nel suo complesso, esortando il Governo a mettere in campo soluzioni immediate e concrete alle parole dure, inequivocabili del capo dello Stato che lo scorso 30 giugno, rivolgendosi al dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria aveva detto: «Il sovraffollamento e i suicidi sono un’emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente. Le carceri sono sovraffollate anche per l’insufficiente ricorso all’applicazione di pene alternative e dell’eccessivo utilizzo della carcerazione preventiva».
«La speranza - o l’ambizione - è che una visione costituzionale e umanizzante della pena non si areni prima di diventare norma, decreto o provvedimento nuovo di liberazione anticipata - ha sottolineato Ciambriello - Il carcere è un luogo senza tempo, dignità, spazi, umanità e tante ingiustizie per i detenuti e i detenenti. Perché si toglie spesso, anche nel parlarne, la speranza che è un dettato costituzionale? Sono preoccupato perché un minimo sindacale per i detenuti da tempo non è stato fatto. E allora il carcere è una discarica sociale? Penso che il carcere, nel suo insieme, se non avrà risposte, entro breve tempo rischierà di diventare una bomba a orologeria».
A sottolineare l’emergenza carcere sono ancora una volta i numeri: i detenuti presenti in Italia sono 62.723 mentre i posti disponibili sono 46.706. In Campania sono 7.571 a fronte di 5.497 posti e a Poggioreale 2.066 detenuti su una capienza di 1.300. «Tale criticità è dovuta anche all'attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e, in alcuni casi, di intere sezioni detentive». Altro dato significativo: in Italia i detenuti presenti con una pena inflitta e residua da 0-1 anni sono 9.261 (in Campania 904). «Chiediamo al Governo un provvedimento deflattivo come fece il Governo Berlusconi nel 2003 e nel 2010 e la liberazione anticipata speciale, ossia invece di dare ai detenuti 45 giorni ogni sei mesi portarli a 75 giorni». Un’altra criticità riguarda inoltre la mancanza di agenti di polizia penitenziaria, medici, pedagogisti, educatori.
A rimarcare la necessità di «un provvedimento urgente per ridurre la popolazione carceraria» è stato Oliviero, che ha aggiunto: «Pensiamo alle misure alternative al carcere, ad esempio. Inoltre da Papa Francesco abbiamo ricevuto un insegnamento: lui ha donato tutta la sua eredità ai detenuti, ma anche il grido di Gianni Alemanno ci redarguisce: noi da qui dobbiamo ripartire. Come Regione in accordo con il ministero della giustizia, nelle sue diverse articolazioni, con gli enti locali e con i soggetti interessati, promuoviamo iniziative a favore della popolazione adulta detenuta, internata e priva di libertà personale, tenendo conto della ripartizione delle competenze tra sanità, formazione e politiche sociali. Grazie ad accordi con altri enti sono possibili, ad esempio, esperienze lavorative esterne al carcere, ma dobbiamo concentrarci sulle misure alternative. Continueremo a farlo anche nella prossima legislatura», ha concluso il presidente del Consiglio regionale.