Chi ha fatto irruzione all’interno di quell’edificio aveva le spalle larghe. Chi ha occupato le case comunali, parliamo di quelle di via Egiziaca a Pizzofalcone, sapeva di poter contare su una buona dose di immunità. Come se potesse muoversi forte di una precisa investitura politica.
È questo lo sfondo sul quale si muovono gli inquirenti, quando si affronta il bubbone del civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone, dove è tornato l’assedio in un edificio tristemente bollato come Palazzo della camorra. Fatto sta che a distanza di un anno e mezzo dalla denuncia del parroco locale, la questione occupazioni abusive non solo non è risolta, ma torna ad imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica. C’è chi ha violato i sigilli posti dalla polizia municipale pochi mesi fa, mentre decine di famiglie sono strette letteralmente d’assedio. Stando alle testimonianze raccolte dal Mattino, c’è addirittura chi non è andato in vacanza nel timore di non trovare più la propria abitazione. Lo ha raccontato a questo giornale, un uomo che ha chiesto l’anonimato (che si dice pronto a fornire la propria testimonianza alle forze dell’ordine, ndr): «Agosto in casa, che frustrazione. Non vogliamo fare la stessa fine della signora Carla, la docente in pensione “sfrattata” mentre era a fare visita a una nipote in Irpinia».
Uno scenario tristemente noto, che si arricchisce di nuovi retroscena. C’è un movente politico dietro simili incursioni.
Restiamo al racconto di alcune persone del posto: «Ci hanno avvicinato, ci hanno chiesto di lasciare la casa, mostrandosi disponibili finanche a versare soldi, non si capisce a che titolo». Ed è questa l’altra faccia del problema. A che titolo gli abusivi possono disporre di alloggi comunali? Se lo sta chiedendo il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi), principale protagonista di una battaglia per il ripristino alla legalità a Pizzofalcone sin dalla denuncia di padre Pezzella (eravamo a novembre del 2021). È stato Borrelli a porre l’accento su due punti in particolare: la necessità di sospendere il reddito di cittadinanza a chi detiene abusivamente un alloggio (senza per altro versare canoni mensili); ma anche sull’opportunità di fare chiarezza sullo strano scambio con cui il Comune ha rinunciato alla caserma Bixio acquisendo dal Demanio il palazzo al civico 35, nonostante ci fossero già occupanti abusivi.
Spiega Borrelli: «Gli sfratti della camorra sono inaccettabili. Abbiamo deciso anche di sporgere denuncia contro i dirigenti comunali protagonisti dell’acquisizione del fabbricato in questione avvenuto anni fa. Infatti era del Demanio ed è stato acquisito dal Comune con una scelta improvvida, atteso che era già occupato, in cambio il Comune ha regalato la Caserma Nino Bixio. In poche parole il Comune prendeva un fitto dalla Bixio che ha di fatto donato in cambio di un edificio già infestato da occupanti abusivi rinunciando a notevoli introiti economici. Abbiamo chiesto anche alla polizia municipale di verificare subito se tra gli occupanti abusivi (alcuni anche esponenti della camorra) ci siano anche percettori del reddito. È noto infatti che chi commette azioni delinquenziali perde automaticamente il sostentamento dallo stato. Spesso - conclude Borrelli - dietro le occupazioni abusive e l’immobilismo delle amministrazioni c’è un patto politico elettorale. A molti la graduatoria unica regionale non conviene affatto».